Quasi una nuova impresa su 3 nata in Italia nel primo trimestre del 2019 è guidata da giovani con un vero e proprio boom nelle regioni del centro sud, dal Lazio alla Calabria, dalla Sicilia alla Campania, pari al 28,8% del totale. Il dato emerge da un’analisi condotta da Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati della Camera di Commercio di Milano – Lodi – Monza in relazione agli ultimi dati Istat sul lavoro.
Dai servizi all’artigianato, dall’agricoltura alla ristorazione sono 32.984 le aziende nate nei primi tre mesi del 2019 guidate da giovani, con una media di quasi 367 al giorno. Una ricerca imprenditoriale che riguarda sempre più il centro sud, dove i neo capitani d’impresa under 35 arrivano a rappresentare il 44,9% a Rieti, il 43,1% a Enna, il 40% ad Agrigento, il 39,5% a Reggio Calabria, il 38,3% a Crotone o il 38,2% a Vibo Valentia. Una situazione – spiega Uecoop – che si scontra tuttavia con le complicazioni burocratiche e la difficoltà di trovare finanziamenti e capitali per avviare nuove attività. Difficoltà per le quali le famiglie spesso svolgono un ruolo di supplenza rispetto al sistema bancario.
Il rilancio dell’occupazione su tutte le fasce generazionali è strategico – sottolinea Uecoop – e per farlo è fondamentale tagliare il cuneo fiscale a fronte di imposte e contributi che pesano per circa il 50% sulle retribuzioni. Nella situazione attuale per uno stipendio netto di 1000€ bisogna prevedere un costo totale di circa 2000€ per soddisfare il fisco con – spiega Uecoop – un buon 26,9% rappresentato dai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, il 25% dalla imposta sui redditi (IRPEF e addizionali), il 9,19% dai contributi previdenziali a carico del dipendente ed un 32,3% di imposizioni fiscali indirette e differite.
Il taglio del cuneo – afferma Uecoop – agirebbe così sia sul fronte del reddito dei lavoratori sia su quello del costo per le imprese, con una doppia azione positiva e progressiva. Considerati gli attuali vincoli di bilancio dello Stato è per adesso impossibile arrivare a un taglio generalizzato per tutti, ma si può partire con i giovani favorendo in maniera virtuosa l’occupazione e il ricambio generazionale.