I tifosi delle curve italiane non la mandano a dire e rispondono alla UEFA e alla Super League.
Una bocciatura della ipotesi del nuovo campionato durata 48 ore, ma anche del calcio moderno.
C’era una volta la domenica del pallone
Vent’anni anni fa e poco più la domenica pomeriggio era dedicata al calcio. Con qualche posticipo di cartello e poco più.
Ora è ‘spalmato‘ su tre quattro giorni, impossibile un abbonamento se non alla TV.
Allo stadio, Covid a parte, non si va più.
La TV e gli interessi economici prevalgono su tutto, e la Super League questo dimostra.
Questo sostengono i tifosi.
E rivogliono un calcio dove i tifosi tornino protagonisti, e l’Atalanta arrivando seconda in campionato arrivi a giocarsela il mercoledì con le Big, anche se il suo organico vale come il solo Cristiano Ronaldo.
Il comunicato
Un comunicato nel quale si specifica il malessere degli ultras italiani.
“In questi ultimi giorni tutti abbiamo letto è sentito parlare di Super League, fino ad arrivare al punto di farci una grossa e grassa risata.
Perché, come tutto oggigiorno, anche questo progetto ha dimostrato ancora una volta la meschinità e la pochezza di chi sta a capo e nei loro sporchi soldi vede la soluzione a tutto.
Non siamo qui per parlare della Super League o per scagliarsi contro di essa perché, diciamocela tutta la Uefa a schifo non è mai stato da meno.
Perché la FIGC da noi non può godere della stima di nessuno e la Lega Calcio di credibilità ne ha ancora di meno ma non solo per noi Ultras ma agli occhi dei tifosi, degli appassionati, della gente che ha sempre guardato il calcio come lo sport più bello, popolare ed antico del mondo”.
“Questo simpatico siparietto, durato poco meno di 48 ore, assume aspetti a dir poco grotteschi.
Da un lato la Uefa che accusa di mera avidità la presunta Super Lega, come se loro avessero fatto della sana beneficenza fino ad oggi. Lo stesso organismo che assieme alla Fifa oggi si indigna urlando al tradimento, minacciando sanzioni a destra e a manca dopo aver voluto implementato un sistema criminale, dal nostro punto di vista, nel quale con la liberalizzazione dei diritti televisivi cornetti connessi al calcio a mangiare la fetta più grossa sono state quelle società che hanno dato loro il maggior numero di clienti.
Un processo naturale, diremmo quasi inevitabile, che ormai è in corso da tempo non a causa di eventi strani ma per precise colpe e con la complicità diretta proprio di tali soggetti”.
Le proposte
“E allora se adesso, solo adesso, vi siete realmente resi conto che il calcio appartiene alla gente cara FIGC, cara lega, avete la possibilità di rendere i vostri troppi proclami fatti concreti. Fermate il calcio spezzatino, rivedete i prezzi dei biglietti, specie di quelli popolari e dei settori ospiti; sposate Il progetto delle standing zone per settori in casa e fuori casa, in modo da far rinascere e far rivivere quell’entusiasmo che il calcio portava con sé sin dai suoi albori; semplicemente riportate i tifosi al centro del calcio“.
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