Le elezioni in Romania
Che le libere elezioni democratiche qualche volta veramente libere lo siano poco e democratiche ancora meno, è circostanza ormai nota.
Le interferenze, i tentavi di sabotaggio o di orientamento verso questo quell esito, ci sono sempre state, soprattutto in paesi ritenuti nevralgici in certi momenti storici e in considerazione di certi assetti politici
Nell’immediato dopoguerra e per tutto il periodo in cui è durata la Guerra Fredda, l’Italia, per la sua posizione strategica e per il suo complesso panorama politico, è stata oggetto di un condizionamento totale e radicale, soprattutto da parte americana ma non solo.
Nel 1946, era fondamentale che vincesse la repubblica rispetto alla monarchia e ha vinto la repubblica all’esito di chiacchieratissime elezioni referendarie
Successivamente era necessario che il PCI non vincesse mai le elezioni per non portare la Nazione nell’orbita sovietica. E fino al crollo del muro di Berlino il PCI non ha praticamente mai raggiunto il Governo.Anzi chi ha provato a portarcelo, seppur indirettamente, è stato fatto fuori. C’è chi sospetta che la CIA in tutto questo abbia avuto un ruolo decisivo e questo qualcuno ha maledettamente ragione, fra l’altro .
Insomma, orientare le elezioni o direttamente o indirettamente, è prassi tipica da superpotenza
Soprattutto in momenti di crisi internazionale e non vi è dubbio che oggi stiamo vivendo una gravissima crisi internazionale che proietta il mondo intero alle soglie – o già immersi – della Terza Guerra Mondiale.
Per questo chi ha un minimo di esperienza e memoria storica non può dirsi sorpreso da quanto accaduto in Romania, dove, con una decisione radicale -la prima volta nella storia del Paese e in UE – la Corte Costituzionale ha annullato l’esito delle elezioni presidenziali del 24 Novembre scorso che avevano visto andare al ballottaggio Calin Georgescu (espressione di una destra vicina a Vladimir Putin) e Elena Lasconi (espressione di un centrodestra invece piu filo europeo).
Ma essere avvezzo a certi meccanismi non né riduce la gravità tanto ieri quanto oggi. La democrazia si fonda sul voto popolare e non si può annullare il voto popolare con superficialità e in mancanza di prove certe.
La Romania è una democrazia compiuta e in assenza di acclarati brogli elettorali, annullarne le elezioni significa compiere un gesto gravissimo.
Quali i motivi dunque?
Sembra che l’intelligence rumena abbia verificato un massiccio tentativo di influenzare l’esito elettorale mediante un utilizzo squilibrato degli algoritmi social
Molti, troppi, profili fake e molti, troppi contenuti che propagandavano Georgescu a scapito degli avversari, in primis il candidato socialdemocratico Marcel Ciolacu, rimasto infatti fuori dal ballottaggio al primo turno. La Lasconi che sperava di fare convergere su di sé tutto il voto moderato è furibonda, e parla espressamente di attacco alla democrazia da parte del Governo e della Corte Costituzionale. L’unico a gongolare e Ciolacu forte dell riaccendersi delle sue insperate speranze presidenziali.
Georgescu ha parlato di colpo di stato invitando i rumeni a resistere e a confidare uniti nella vittoria finale
Molti sono i punti oscuri in questa vicenda.
Tik Tok in particolare modo sarebbe il principale imputato anche se non si sa ancora se bene se sia stato solo utilizzato in modo illecito o abbia volenterosamente contribuito . Secondo la ricostruzione (implicita ) governativa, la piattaforma è cinese, il candidato vincente è filorusso e in questo momento fare due più due par fin troppo semplice. Putin ha condizionato le elezioni.
Sembrerebbe insomma un caso semplice: c’è un fatto – le elezioni asseritamente truccate – e c’è un colpevole – Vladimir Putin
Ma di semplice in realtà non c’è proprio nulla a partire dal potere di condizionamento dei social Davvero la democrazia odierna può essere ostaggio di Tik Tok? È talmente fragile che dei video possono condizionare l’esito elettorale?
E poi le ambiguità. Tante, troppe!
L’ intelligence rumena, era rimasta tuttavia misteriosamente silente prima del primo turno elettorale ( alla vigilia del quale non aveva ravvisato alcun alcun elemento sospetto) e improvvisamente scopre un vaso di Pandora fatto di interferenze illecite provenienti dall’ estero e di fatto la democrazia viene commissariata. E gli esiti completamente ribaltati.
Chi aveva perso le elezioni, misteriosamente ritorna in corsa. Il candidato vincente al primo turno rischia di vedersi inibita la candidatura alle nuove convocande elezioni presidenziali per aver espresso delle posizioni politiche (censurabili quanto si vuole, ma posizioni politiche).
Insomma una democrazia completamente manipolata.
Ma siamo davvero di fronte a un attacco poderoso di agenti esterni che vogliono condizionare gli esiti elettorali o molto più prosaicamente al solito apparato di potere che quando vince un candidato sgradito si muove in massa per ostacolarlo?
E poi torna la solita domanda: possibile che quando i voti piacciono a qualcuno, allora trionfa la democrazia e quando invece i voti non piacciono a questo qualcuno, siamo all’anticamera della dittatura, da stroncare con tutti i mezzi necessari (inclusi la Magistratura e altri centri di potere)?
Dubbio lecito ormai non ci si meraviglia più di nula e niente è più sicuro in questo mondo impazzito
Niente tranne i voti, che in Romania non erano certo stati estorti con la violenza o con i mitra in cabina elettorale. Voti che avrebbero dovuto essere l’elemento fondamentale della giornata elettorale e che invece sono stati ribaltati da meccanismi oscuri di potere.
Insomma nel governo del popolo, il popolo conta sempre meno!
Ovunque ci si giri in questa Europa vediamo una crisi evidente della democrazia liberale. Nella maturissima e democraticissima Francia il voto popolare è stato subordinato a meccanismi tecnici che hanno consentito a Macron di nominare un premier debolissimo che è caduto dopo poco gettando il paese nel caos.
Possibile pensare che i due partiti francesi che hanno raggiunto maggiori consensi siano tagliati fuori dal governo del paese solo perché “sgraditi” all’establishment?
Nella democraticissima (si fa per dire!) Commissione Europa si è fatto di tutto per non tenere conto dei voti dei conservatori per come emersi dalle ultime elezioni europee consegnando la maggioranza a un asse spostato un nodo imbarazzante a sinistra. Insomma un disastro! Una demoagonia come la definisce uno che di elites se ne intende, Mario Monti.
Però attenzione!!
Perche se i voti degli elettori che sono il cuore della democrazia vengono così impunemente e sistematicamente pretermessi, a qualcuno un domani potrebbe venire la tentazione di pensare che questa democrazia non serva poi piu cosi tanto.
E questo sarebbe assai pericoloso.
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