Le elezioni in Spagna non hanno dato una chiara maggioranza. O almeno non hanno dato una chiara maggioranza, che sia gradita agli analisti benpensanti.
È giusto dire che nessun partito da solo ce la fa. Questo va ammesso. Ma le coalizioni in Spagna non sono qualcosa di così insolito.
Come non sono insolite nei paesi dove vigono il parlamentarismo e leggi elettorali proporzionali.
Vincono i popolari, arginano i socialisti, perde Vox
I dati sono chiari. Il primo partito è il Partito Popolare quello che ha vinto formalmente le elezioni. È il primo partito. Che poi il parlamentarismo possa, nella sua peggiore rappresentazione, escludere il primo partito dal governo è possibile. È raro quando una classe politica tiene alla decenza. Può diventare consuetudine quando una classe politica è degenerata.
Sì perché non sono solo i numeri che contano in democrazia, ma anche la morale. Ossia i numeri parlamentari che consentono di mettere all’angolo eventualmente il partito che è stato incoronato come primo dalle urne, sono gli stessi numeri che dimostrano la lontananza del parlamentarismo dalle persone. Perché dovrebbe esserci al primo posto il rispetto per la scelta degli elettori, qualunque esito abbia dato la consultazione, il primo partito non andrebbe mai escluso.
La monarchia
La Spagna ha pur sempre un Re. Che non deve la propria elezione al parlamento, ma la deve ad un diritto di natura ancora oggi di natura divina. Quindi sarebbe preferibile una eventuale riconvocazione delle urne, piuttosto che l’esclusione di chi ha vinto
Detto questo i socialisti hanno comunque fatto un buon risultato. Perdendo. Perché hanno fatto un risultato peggiore della scorsa volta . Però hanno dimostrato di sapere arginare e reggere. Rispetto ai loro vicini francesi, i socialisti spagnoli sono un modello da imitare. I primi sono diventati marginali, ridicoli nella scena politica francese, nonostante una gloriosa tradizione. I secondi sanno sempre adattarsi, ascoltare gli umori del popolo e sopravvivere .
Sarà per voto utile, che magari l’elettorato di destra ha premiato i popolari, ma nei fatti Vox ne è uscita fortemente penalizzata. Questo non vuol dire che se i popolari riuscissero ad andare al governo, sarebbe automaticamente esclusa. Forse un’alleanza servirà,e quindi andranno comunque al governo. Ma di certo le urne non li hanno premiati. E questo deve portare i dirigenti di Vox ad un’analisi critica di tante posizioni.
Quali possibili scenari?
Il Partito Socialista Spagnolo potrebbe comunque contare sull’alleanza con Sumar, altro partito di sinistra. In Spagna per avere la maggioranza assoluta bisogna conquistare 176 seggi. E la sinistra complessivamente arriverebbe solo a 153.
D’altro canto i popolari se anche decidessero per l’alleanza con Vox non andrebbero oltre i 169. Sicuramente più vicini alla maggioranza assoluta, ma mancherebbero comunque ancora sette seggi.
Viene ventilato anche un possibile ritorno alle urne, per dicembre. Infatti la costituzione spagnola impone che, se una maggioranza governativa non si viene a creare dopo due mesi dalle elezioni,si debba tornare a votare.
Cosa potrebbe accadere?
Ora il dubbio è se spetti ai socialisti, come governo uscente tentare di formare la maggioranza nel nuovo parlamento, o se l’incarico esplorativo vada dato ai popolari.
Propendo nettamente per questa seconda ipotesi. Poiché i popolari sono usciti come partito di maggioranza relativa alle elezioni, ed è dunque la volontà del popolo sovrano che va rispettata. Dopo questo passaggio di correttezza istituzionale , si aprano le danze .
Nel gioco parlamentare non conterà più la morale, tutte le scelte potranno essere legittime. Ma almeno tentare all’inizio tocca a chi ha vinto le elezioni. Anche se non in maniera assoluta. Anche se di pochi voti.
Chi governava prima non conta, la parola è stata ridata agli elettori, e la loro volontà è sovrana.
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