Le moderne elaborazioni del cosiddetto freudo-marxismo
Karl Marx, nella sua elaborazione ideologica, teorizzava, e credeva fermamente, che il proletariato, sfruttato ed alienato dai suoi stessi strumenti di lavoro, fosse destinato a riscattare, con un atto rivoluzionario, se stesso e dì conseguenza tutta la società, similmente ad un messia, in una futura parusia storicizzata.
Marcuse, invece, insieme agli altri filosofi della scuola di Francoforte non credette fin da subito alla rivoluzione russa e asserì essere stato un totale fallimento, di conseguenza, teorizza, in seguito, ben altri “artefici della liberazione”
Secondo Marcuse, a disarticolare il sistema repressivo non sarà il popolo, non sarà il proletariato, e nemmeno la classe operaia in genere, ma il cambiamento rivoluzionario avverrà grazie agli emarginati, da tutti coloro che si riterranno degli esclusi.
Sembra di percepire una logica confusa sessantottina, quella più elaborata della controcultura americana, fino al Politically Correct, al Cancel Culture, agli LGTBQ, e all’ideologia Woke. Se fra gli emarginati e gli esclusi, dovessimo computare tutte le categorie che potrebbero accampare il diritto di proclamarsi emarginati, fragili ecc, sarebbe un calcolo improbo.
Si potrebbero elencare varie categorie: le donne, gli immigrati, tutti gli individui cosiddetti di colore, i nomadi, coloro che hanno gusti sessuali molto personali, i portatori di handicap, i disadattati, i clochard, i tossici, i meno abbienti, vedremo che coloro che si possono dire a buon diritto esclusi, vittime della maggioranza, emarginati, sono in realtà loro la stragrande maggioranza, una maggioranza schiacciante che potrebbe costituire uno Stato totalitario, anzi una vera tirannide
Sarebbe meglio dire, che questa, presa in esame, potrebbe diventare la massa di riferimento, lo strumento della nuova oligarchia finanziaria, il suo docile strumento, utile perché piena di risentimento. Nietzsche, ci parla a questo proposito, del risentimento, infatti imbastisce una teoria proprio sul “ressentiment”.
Per il filosofo questo atteggiamento psicologico, consisterebbe in una potente ostilità verso un soggetto indefinito perché, nel proprio intimo, ognuno ritiene essere la società la causa della propria frustrazione.
Se l’emarginato dovesse identificare nella società l’unico responsabile della sua mancata realizzazione, lo Stato diverrebbe il nemico principale perché sarebbe visto come la fonte di tutti i mali.
Possiamo comprendere quanto questo risentimento possa essere un potente strumento nelle mani di ambienti economici infastiditi dalle leggi, dagli Stati, dai confini e da quella parte di popolo facente ancora parte di un organismo vivente
Invece certa finanza globale farebbe leva su ben altra umanità, l’umanità dei risentiti più facile preda di sentimenti nichilisti e distruttivi. Del resto anche Marx diffidava degli emarginati, coloro che al di fuori del proletariato organizzato, lui denominava sottoproletariato, letteralmente “proletariato cencioso”.
Parlando di questa categoria di persone, senza una salda coscienza di classe, Marx, riteneva potesse essere facile strumento delle classi dominanti in quanto troppo legate a certo individualismo non avendo sviluppato una solidarietà di classe.
Difatti il risentimento di masse destrutturate può essere solo costruttivo
Herbert Marcuse pur prendendo le distanze dalla rivoluzione russa, negli anni cinquanta, riprende alcune teorie dello stesso Marx ma lo reinterpreta, travisando il suo pensiero alla luce di nuove riflessioni elaborate a contatto con la società americana. Il filosofo di Treviri viene ripensato e confrontato anche con la psicanalisi di Sigmund Freud.
Nonostante appartenga alla cosiddetta scuola di Francoforte, le deduzioni di Marcuse legano maggiormente con certo liberismo anglosassone con risvolti eccessivamente individualistici con venature di certo anarchismo
Tutto ciò ha poco a che vedere con la tradizione socialista del vecchio continente. Si potrebbe dire che essendo individualista, la visione socialista di Marcuse, per utilizzare un termine attuale, si potrebbe dire che è un socialismo di pancia. Infatti il filosofo osserva i bisogni immediati nei sensi dell’uomo: viene inserito anche l’appetito sessuale, questa funzione viene chiamata “appetitiva”.
Si arriva a parlare di organi erogeni. Si parla di liberazione sessuale contro ogni autorità e gerarchia
Come vediamo in Marcuse viene totalmente meno la pretesa scientificità di Marx, avendo il suo freudo-marxismo maggiori punti di contatto con William Reich. Infatti questa corrente di pensiero è passata alla storia come Sinistra freudiana.
Una Sinistra basata maggiormente sulle fragilità individuali piuttosto che su una solida coscienza di classe. Più che un progetto per edificare un nuovo tipo di società, da Marx, Marcuse afferra solo l’utopia della fine dello Stato.
Le moderne elaborazioni del cosiddetto freudo-marxismo sono solo mine sotto le strutture degli Stati e per scardinare non tanto un determinato sistema ma ogni tipo di organizzazione sociale strutturata
Più che un radicalismo socialista sembra dar vita ad un radicalismo liberale, un estremismo forse più distruttivo di altri.
Leggi anche: https://www.adhocnews.it/dittatori-democratici-e-non/
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT