Fine anno, periodi di statistiche, alcune fauste, altre decisamente meno. Anche le cause di morte sono oggetto di studio, ovviamente.
Anche a livello scaramantico, la nostra curiosità può essere solleticata dai dati di chi è passato nel mondo dei più.
Come sempre, i freddi dati statistici servono a smontare i luoghi comuni, stilati a scopo propagandistico o, più semplicemente, sbandierati per ignoranza.
Worldometers, definito «la calcolatrice più potente del pianeta», sito leader di statistica, per la cui affidabilità ha ricevuto riconoscimenti, tra gli altri, dall’American Library Association e che vanta collaborazioni con la Bbc, ha reso note le statistiche dei decessi nel 2019, rilevando come lo scorso anno, in tutto il mondo, se ne siano verificati 58.6 milioni.
Quali le cause maggiori? Guerre, carestie, cambiamenti climatici?
Nulla di tutto questo.
Al primo posto vi è l’aborto volontario, che lo scorso anno è costata la vita a 42.4 milioni di esseri umani, sempre secondo Worldometers che si appoggia alle statistiche sulla salute e sulla mortalità dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), e sull’Istituto Guttmacher.
Ma il sito avverte che questi decessi per aborto non sono stati conteggiati nel totale dei 58 milioni, e sono quindi da aggiungere a tale cifra.
Anche la fonte IHME conferma che le altre cause di decesso sono state per il 2019, di 17 milioni per malattie cardiovascolari, di 8.2 milioni di persone morte per cancro, di 1.7 milioni per Hiv e 13 milioni per altre malattie.
I problemi cardiaci e cardiovascolari a livello mondiale sono, quindi, a detta di tutti principali siti statistici, i maggiori mietitori di vittime, doppiando i decessi per patologie tumorali, anche se nei paesi sviluppati tale indice si ribalta a vantaggio di questa seconda categoria.
Le morti per cause violente, dal canto loro, raccolgono risultati più modesti, a dispetto della percezione mediatica, e si attestano a circa 1 milione.