Le strane alleanze italiane nell’elezione di Ursula Von der Leyen
401 voti a favore, 284 contro 15 astensioni. Con questi numeri Ursula Von der Leyen è stata riconfermata Presidente della Commissione Europea. Una rielezione non poi così tanto scontata, in considerazione delle critiche ricevute durante il suo precedente mandato.
Le sue scelte del Green deal, che ha indebolito economicamente il vecchio continente, e le insicure manovre in politica estera non sono piaciute ai più
La maggioranza, che ha permesso la sua rielezione, non è stata infatti poi così larga. Una manciata di 40 eurodeputati ha consentito alla tedesca Presidente di superare la fatidica soglia di 360 voti. Se si considerano anche i 15 astenuti, che hanno pesato come un macigno al suo secondo mandato, la promozione della Von der Leyen appare come un “appena sufficiente” a scuola. Tuttavia, alla fine della giornata di mercoledì scorso la sua elezione appariva oramai scontata.
Dall’analisi del voto sembra che sia stato decisivo la scelta dei Verdi, appoggiati dai gruppi più vicini alla sinistra. La destra invece è apparsa “fredda” nella riconferma della tedesca.
Tra questi anche Giorgia Meloni che senza mezzi termini ha dichiarato “di non essere d’accordo né nel merito né nel metodo”
Un modo elegante per dire che Von der Leyen non è piaciuta durante il precedente mandato in quanto le sue posizioni politiche non sono riuscite a dare una svolta ai problemi dell’Europa.
Fratelli d’Italia ha dichiaratamente votato contro la neoeletta commissaria, sciogliendo una riserva che da tempo i mass media attendevano, anche perché non così scontata. Fino all’ultimo, infatti, si pensava di una modifica nel voto dei parlamentari vicino al Presidente Italiano. Invece ha tirato dritto verso un secco “no” al secondo mandato.
Nella Lega tutto invece è stato più facile. Da sempre Salvini ha dimostrato di non gradire la politica della tedesca
I suoi voti stati confermati negativi verso Ursula da anni.
Hanno invece cambiato idea i 5 stelle che avevano votato a favore 5 anni fa e che quindi sono risultati decisivi per la sua prima elezione. Questa volta il loro voto è stato contrario.
Se quindi effettuiamo un riconteggio dei voti a favore complessivi qualcosa non torna. I 401 voti sono esattamente il numero degli Eurodeputati che appartengono ai Popolari di Centro Destra, ai Socialisti di Centro Sinistra e ai Liberali di Renew Europe.
Se a questi si sommano i voti dei Verdi, che hanno dichiarato di appoggiare Von der Leyen, il risultato finale doveva essere 454
Si è assistito quindi a una cinquantina di “franchi tiratori”, che si stanno ricercando negli scranni della attuale maggioranza. Sono parlamentari della maggioranza che, nel segreto dell’urna, hanno dimostrato il proprio dissenso e che non sono di facile individuazione.
La strana coppia PD e Forza Italia questa volta ha votato compatta per la teutonica leader. Un” campo largo” ribaltato dove si sono equamente divise le coalizioni di destra e di sinistra.
In tutto questo “guazzabuglio” politico per la prima volta nella storia europea, un partito a guida del Presidente del Consiglio italiano vota “no” al Commissario europeo
Un “voto di coerenza” ha ribadito il premier italiano, in segno della discontinuità che Giorgia Meloni ha sempre richiesto all’Europa. All’Italia, Paese fondatore dell’EU, non era mai successo.
Sui banchi della minoranza del Parlamento italiano a Roma sono certi che questo voto danneggerà l’Italia. La maggioranza invece parla “autorevolezza dell’Italia a Strasburgo” e continua dritto nell’influenzare la politica europea verso scelte anche coraggiose.
Il tempo ci dirà chi la spunterà fra la bionda romana o la bionda teutonica.
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