La Fiorentina pareggia in Salento contro il modesto Lecce riuscendo a recuperare a inizio secondo tempo con un bel goal di Kouamé. La partita di stasera induce a riflessioni doverose e amare: la bella Fiorentina dello scorso anno non esiste più. Ce n’è un’altra che gioca un calcio meno veloce, molto prevedibile, più leggibile dagli avversari con interpreti meno forti di quelli della passata stagione.
I maggiori problemi sono a centrocampo: la costruzione del gioco che l’anno scorso passava attraverso i piedi buoni e la testa rapida di Torreira, quest’anno è affidata a giocatori adattati al ruolo di regista. Amrabat (contro il Lecce assente) è il migliore. Mentre gli altri (Mandragora, Duncan) sono davvero in difficoltà. Non ci sono idee, non c’è filtro e cattiveria a centrocampo e appena gli avversari entrano in possesso di palla diventano sempre pericolosi.
La difesa, poi, è sempre alta e nelle ultime giornate anche Igor, uno dei migliori dello scorso anno, sembra in difficoltà. L’attacco è invece nelle mani di Jovic e Cabral che sembrano delle seconde punte, quando lo schema rigidissimo di Italiano prevede un centravanti puro. E meno male che c’è Kouamé mentre aspettiamo Gonzalez e Dodo che, recuperata la condizione, possono far ripartire la squadra.
Gli obiettivi di inizio stagione (in campionato) dovranno essere rivisti al ribasso e andrà vissuta partita dopo partita. Inoltre, la società dovrà ammettere le proprie colpe, correggendosi cercando di migliorare la rosa con calciatori pronti nel calciomercato invernale.
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