Lectio Magistralis ieri nell’aula Magna dell’Università di Firenze.
Poliziotti in assetto antisommossa e camionette in tutta Piazza San Marco, per il ritorno del Professor Giuseppe Conte a Firenze, nemmeno poi tanto gradito dal Magnifico Rettore, Professor Luigi Dei. Che lo ha messo in attesa della fine dei corsi già iniziati. Solo alla fine di questi potrà tenere nuovamente le sue illuminanti lezioni.
Non sono mancate le contestazioni, soprattutto da parte del Collettivo Studenti, ma non è questo che ci interessa.
La lectio magistralis
Come siamo abituati, la messinscena è tipica casaliniana, ma stavolta il tragicomico è raggiunto ancora più dell’addio a Montecitorio.
Nuguli di attempate ex-ragazzine anni ’80 si danno appuntamento per lo streaming di Giuseppi.
Alcune lo accolgono in Piazza “in presenza“, con urletti e sorrisini a cuore devastanti per la loro dignità.
Pare che qualcuna abbia urlato “te la farei io la lectio magistralis”.
Sono le bimbe di Conte, che poi tanto bimbe non sono, che commentano cinguettanti quanto sia una brava persona il loro idolo. E bello.
In fondo una bella “lectio” non si nega a nessuna, no?
Ci sperano in cuor loro.
Non mi credete?Andatevi a guardare i post dei quotidiani sul web e vi si parerà davanti uno spettacolo desolante di venerande donne di mezza età che osannano il loro dorato eroe. Nei commenti il genere predominante è il femminile, l’età quella media, il tenore da fotoromanzi e Cioè.
Manca solo la fatidica domanda se si possa rimanere incinta guardando le sue dirette sui DPCM. Che nostalgia. Lacrime di lussuria ed emozione rigano i volti di costoro, che nella loro solitudine si illuminano ad ogni sua mascherina sartoriale. Si eccitano ad ogni sua pochette coordinata con la cravatta.
Di più in effetti Giuseppi non pare voler concedere alle sue fans. Le casalinghe di Ivrea avevano più spessore intellettuale in realtà, a giudicare dai loro interventi.
Già me le immagino nelle loro camere, con il poster di Giuseppi con il cuore e la scritta “sei bono” e lo streaming sul letto..loro sole dentro la stanza e tutto il mondo fuori..
Non si limitano ad arrossire ai loro pensieri licenziosi sull’amato bene. Vogliono di più.
Come in gioventù probabilmente facevano con Simon Le Bon ai concerti dei Duran Duran.
Reggiseno e intimo sul palco e gridolini isterici per il politico più Can Yaman che ci sia sulla piazza, sarebbero l’apoteosi della rilevanza politico-sessuale di Giuseppi.
Stile uomini di mezza età che infilano i dollari negli slip della stripper, comprandosi un sorriso che vogliono credere sincero.
Gli sbavoni
Per decenni ormai le femministoidi tacciano gli uomini su internet di essere sbavoni e mortidif”** quando scrivono delle loro squinzie preferite, e magari mettono like e struggenti commenti sulle foto della bacheca della soubrette preferita.
Ma lo spettacolo deprimente e patetico cui si è assistito sul web da parte di signore attempate ed appesantite dal loro bagaglio culturale e non-affettivo è francamente troppo. Ieri ha varcato ogni limite del buongusto e della tollerabilità.
“Presidente sei tutte noi”, “che brava persona, onesto e competente”, “quanto è elegante” con accompagnamento di emoticons a bacio e cuoricini vari. Occhi a stella e braccia protese.
Conte tira fuori le adolescenti che sono in loro, facendo fare la figura delle casalinghe sull’orlo di una crisi di nervi anche alla professoressa o dottoressa più integerrima.
Che dentro di sé arde di desiderio per il Conte detronizzato, pronta e vogliosa di consolarlo.
Le stesse che poi domani verranno a fare la paternale sul patriarcato e il maschilismo di questa società.
E che sarebbero pronte ad azzerbinarsi davanti ad un BisConte dimezzato qualunque.
Che ha dedicato ipocritamente la sua lezione di ieri agli studenti. Quelli stessi che non ha esitato ad abbandonare in una notte richiamato dalle sirene e lusinghe del potere.
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