LEGA A FIRENZE: ATTO I

LEGA A FIRENZE: ATTO I

Ieri si è aperto a Firenze il primo congresso nazionale della Lega da quando è Lega Salvini Premier, descritto dal segretario Matteo Salvini come un evento “bello, ricco e unitario”. Soprattutto unitario, volendo smentire le tesi di aspre divisioni all’interno del partito, causate proprio dalla posizione eccessivamente estreme o prone al trumpismo da parte di alcuni esponenti.

O, ancora, a causa della vicesegreteria offerta al General Vannacci

Ma tutto questo ieri è rimasto sullo sfondo. Uno sfondo certamente vivo, ma silente. Almeno per ora.

Nel suo discorso di apertura , Salvini ha tenuto a precisare che la Lega riveste un ruolo centrale nel governo e nella tenuta dello stesso, definendola il “collante dell’esecutivo”.

Pertanto, si illude chi pensa che le contrapposizioni di questi giorni siano prodromiche a crisi istituzionali.

Insomma la sinistra si illude se pensa che il Governo possa cadere

E c’è da credere a Salvini che non è pensabile voglia assumersi la responsabilità di consegnare il paese nelle mani di Elly Schlein.
Altro tema toccato ė quello della pace. Salvini ha ribadito la vocazione pacifista del congresso, rifiutando ogni forma di conflitto – sia esso commerciale ovvero militare – e proponendo una politica convintamente filotrumpiana (nonostante i dazi imposti) e fortemente critica nei confronti della UE di Von Der Leyen.

Terreni minati perché proprio su questo si scontano le maggiori differenze con gli alleati di Governo e che più volte ha fatto precipitare la situazione anche nelle ultime settimane, in particolare con Forza Italia

Inoltre, il Segretario ha respinto l’idea che il partito sia “contro” qualcosa o qualcuno, sottolineando che “non siamo contro l’Europa, gli stranieri o le diversità” . Ed anzi, proprio queste ultime sono fortemente da valorizzare proprio perche “grazie a Dio non siamo tutti uguali”.
Un Salvini dunque ecumenico che pone la Lega al centro di un progetto politico che si va delineando sempre con maggiore chiarezza: Interpretare l’attualità alla luce di una complessità che non lascia spazio a slogan ma che vuole fare del pragmatismo la sua cifra distintiva.

Solo belle parole o c’è un fondo di concretezza?

Non è dato sapere perché il discorso è stato a tratti contraddittorio e la presunta pragmaticita ha ceduto sovente il posto agli slogan tradizionali del partito, anzi della famiglia leghista.

Il momento centrale tuttavia è stato l’intervento in videocollegamento di Elon Musk, che ha auspicato un futuro Senza dazi e ha evocato scenari terrificanti in Europa a causa dell islam integrale. Sul primo punto il CEO di Tesla ha auspicato una zona di libero scambio tra USA e UE che ne medio periodo faccia scomparire appunto politiche protezionista che possono danneggiare ambedue le sponde dell Atlantico (chissà se Trump ha sentito queste parole), dal lato della Sicurezza europea Musk ha insistito sulla necessità di una protezione interna piuttosto che esterna.

Insomma il problema sono gli attentati a matrice islamica per lo più, che rischiano di moltiplicarsi nei prossimi anni pregiudicando la Sicurezza e l’incolumità di tutti

Su questi temi è emersa la volontà di una sempre maggiore collaborazione fra USA e Italia. Vedremo che cosa succederà nei prossimi giorni, quantomeno sul tema economico.

Sul fronte interno, due sono stati i punti cardine, collegati al medesimo tema:immigrazione e Sicurezza dei confini.

Il vicesegretario Andrea Crippa ha criticato l’immigrazione irregolare e la presenza di comunità rom in Italia. E lo ha fatto con toni duri – persino troppo – mettendo in guardia dall’Islam (che sulla scorta di Oriana Fallaci, non distingue in radicale e moderato) e da una immigrazione incontrollata cui si lega l’aumento esponenziale della criminalità urbana

Per questo – secondo i dirigenti leghisti – sarebbe necessario un ritorno di Matteo Salvini al Ministero dell Interno, a maggior ragione dopo le assoluzioni nei processi che lo vedevano imputato per i casi Diciotti e Open Arms.

Una provocazione indubbiamente che però suona come una sfiducia verso l’attuale titolare del Viminale Matteo Piantedosi.

Insomma in conclusione in questo primo giorno congressuale niente di nuovo appare all’orizzonte sulla configurazione leghista in termini di uomini e di programmi.

Vedremo Che cosa accadrà oggi.

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