LEGA: CONGRETTO ATTO II
Chi sperava in un secondo giorno movimentato al Congresso della Lega, è indubbiamente rimasto deluso.
Tutto fila liscio, come da copione: modifiche dello Statuto senza stravolgimenti, conferma di Matteo Salvini come Segretario per altri 4 anni e rinnovo del Consiglio Federale senza scossoni.
Non stupisce che la Lega si sia voluta dare una organizzazione strutturale e contenutistica all’insegna della continuità. Manca la volontà da parte di eminenti personalità leghiste di insediare l’imperium salviniano. I vari Zaia, Fedriga, Giorgetti che potrebbero avere il profilo giusto, non sono interessati. Sono ottimi amministratori, ma non hanno alcuna intenzione di lasciare il loro ruolo (Zaia insiste per il terzo mandato in Veneto) per la leadership di partito. Invero, l’unica alternativa alla segreteria di Salvini, sarebbe stato il Generale Vannacci
Ma il rischio di implosione del partito innanzi a una simile eventualità, ha fatto desistere ambo le parti. Il compromesso è stata la futura Vicesegreteria per il Generale e il necessario tesseramento di quest’ultimo alla Lega. Una scelta voluta e difesa da Salvini nel tentativo di controllare il Generale attraverso il suo coinvolgimento nell’architrave istituzionale del partito.
Scelta che ha il pregio sicuramente di stemperare la possibilità di un nuovo soggetto politico guidato da Vannacci in modo autonomo e indipendente, ma che egualmente presenta delle incognite sul futuro, come ha accennato il diretto interessato.
Anche dal punto di vista politico nessuno scossone. La Lega sceglie la via della continuità totale. Nonostante gli scarsi risultati elettorali, nessuno ha avuto l’ardire di mettere in discussione metodi e contenuti seguiti sin qui dal partito di Via Bellerio. Ci sarà un momento in cui, tuttavia, ciò dovrà essere fatto
Forse, in questo momento, la continuità è un bene! Sicuramente lo è per la stabilità di Governo – bene primario in questo frangente storico, viste le alternative – e di questo non solo è convinto Salvini che ha confermato la saldezza dell’alleanza di centrodestra, ma anche per Giorgia Meloni – intervenuta in videocollegamento – che esorta alla compattezza in vista delle riforme epocali che attendono questo paese.
Dalla riforma costituzionale del premierato, all’autonomia differenziata alla separazione delle carriere dei magistrati, la strada è tracciata dagli elettori e dovere precipuo è quello di portare a termine il percorso iniziato nel 2022
Per questo Salvini ringrazia e assicura totale sintonia sul percorso da continuare.
Un congresso, dunque,a tratti ovattato , privo di quella dialettica che sarebbe stata importante per dare risposte a chi vede nella Lega non un monolite, ma una sede di confronto politico verso un futuro che non potrà rimandare a lungo il tema degli errori compiuti sin qui. Eppure è un Congresso che ha spaziato a tutto tondo dal punto di vista delle tematiche e nel quale la Lega ha rivendicato la propria specificità in politica interne, internazionale ed economica ma nel solco dell’alleanza strategica con Fratelli D’Italia e Forza Italia, con cui dover necessariamente fare sintesi.
E il primo banco di prova per la annunciata tenuta della maggioranza sarà proprio la stessa figura di Salvini che il popolo leghista invoca come Ministro dell’Interno. Anche ieri, infatti, è giunta chiara la richiesta di un cambio alla guida del Viminale, innanzi al quale Matteo Salvini ha risposto SI
Ne parlerà con l’ottimo Piantedosi, di cui ha comunque tessuto le lodi, e ha chiarito che ne parlerà con Giorgia Meloni. Dai rumors sottotraccia, tuttavia, pare che il Premier non abbia assolutamente intenzione di accondiscendere a questa sostituzione. Sarà dunque interessante vedere come evolverà questa partita e se le promesse di unità della coalizione saranno realmente concrete oppure scritte sulla sabbia.
Altro tema evocato nella giornata di ieri, è lo stato della democrazia in Italia e in Europa, complice l’intervento in video collegamento di Marine Le Pen, la quale – paragonandosi a Martin Luther King – ha stigmatizzato la propria vicenda come un attacco alla democrazia e alla libertà di scelta dei francesi
D’altra parte, non a torto, si mette in evidenza come attualmente la democrazia sia sotto attacco non solo per effetto di modelli illiberali che sembrano essere particolarmente apprezzati (sic!), ma anche e persino soprattutto da un certo utilizzo spregiudicato della magistratura che colpisce leader politici sgraditi all’establishment, con vivo plauso della sinistra (vedasi l’articolo di Aldo Cazzullo qualche giorno fa sul Corriere della Sera).
Un tema dunque quello dello stato della democrazia europea che si interseca naturalmente con la tradizionale ostilità del popolo leghista per questa UE, che Salvini ha rimarcato implacabilmente quando ha parlato della necessità di rifarsi al modello di Milei ma in chiave anti Bruxelles
Tutte le iper regolamentazioni tipiche della legislazione europea vanno a complicare e a comrpomettere il raggio d’azione delle imprese e, più in generale, degli Stati nazionali. Di fronte a ciò, si rende necessaria una vasta opera di semplificazione a colpi di motosega.
Sul piano interno, oltre alle riforme, vengono poi approvate le mozioni su sicurezza, disabilità e pericolo di islamizzazione
La prima e la terza, naturalmente accomunate da una lotta senza quartiere all’immigrazione clandestina che sovente sintetizza l’una e l’altra. Sul tema, già Crippa aveva lanciato strali infuocati sui quali Salvini è tornato con la necessità di regolamentare l’immigrazione in modo rigoroso.
Si chiude dunque il primo congresso di Lega-Salvini Premier con la certezza che saranno 4 anni impegnativi per la Segreteria e che nel 2029 gli equilibri potrebbero non essere più gli attuali.
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