Legalità:siamo in emergenza, non possiamo più permetterci il buonismo

immigrazione incontrollata

Legalità:siamo in emergenza, non possiamo più permetterci il buonismo

Le nostre città sono diventate insicure e, le nostre campagne sono diventate insicure centro o periferia sembrano non avere più alcuna distinzione. Il nostro è un paese insicuro.

Un paese senza controllo

L’Italia è come il far west. I cowboy hanno avuto il loro spazio viale , la loro possibilità di affermarsi nella storia , perché c’era l’assenza dello Stato . Non c’era l’autorità della legge . I conti si regolavano fuori dal saloon a colpi di pistoloni. Il controllo era appannaggio delle bande più forti.Quando venne stabilita l’autorità della legge, finirono i cowboy.

Le nostre città dove sono insicure  perché per troppo tempo abbiamo abdicato alla funzione dello Stato di mettere ordine . Di imporre il rispetto della legge, al dovere delle istituzioni di garantire la sicurezza dei cittadini.

Controllare i flussi migratori

Controllare chi arriva del nostro paese, imporre delle restrizioni agli accessi. Tracciare gli ingressi, identificare, pretendere che nessuno possa circolare liberamente sul territorio nazionale, senza rispettare le nostre leggi, avere un regolare permesso di soggiorno, vuol dire semplicemente imporre legalità.

Si tratta di buon senso. Non di razzismo.

La legalità da ripristinare

In questi tempi difficili, si impongono scelte difficili. Anche perché quando si privano i cittadini onesti della possibilità di vivere il loro paese liberamente, non si vive più in un paese libero.

Pensiamo all’insicurezza dei mezzi di trasporto, delle strade. Non possiamo consentire che le stazioni dei treni, degli autobus, diventino il regno dell’illegalità in questo paese. Bisogna portare avanti delle misure di buon senso che impongono però il pugno duro.

Non è fascismo!

La rigidità con i criminali è semplicemente un atto di rispetto verso i più deboli. Verso chi le leggi le rispetta. Verso chi non si può permettere la sorveglianza privata. Verso i poveri che debbono preferire i mezzi pubblici a trasporti alternativi.

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