Legge Roccella – Nordio: il femminicidio è ora reato specifico

Legge Roccella – Nordio: il femminicidio è ora reato specifico

L’8 marzo appena trascorso ha segnato l’ennesima batosta alla vera lotta femminista, cui si contrappongono ormai da tempo cortei transfemministi con manifesti di raccolta in cui non figura nemmeno la parola “donna”.

Movimenti, come non “NUDM”, che hanno completamente perso di vista il proprio obiettivo, tra bandiere palestinesi issate sui propri furgoncini, dopo ciò che i palestinesi di Gaza hanno fanno a centinaia di donne israeliane – senza contare, in primis, il trattamento riservato alle stesse donne palestinesi – e striscioni completamente fuori tema

Ne è un esempio quello comparso all’incrocio tra Via XX Settembre e Piazza della Vittoria, nel pieno centro di Genova, in cui abbiamo letto non una dichiarazione di difesa di TUTTE le donne ma la scritta “boicottiamo chi finanzia le guerre e i genocidi”.

In questo mare magnum di ipocrisia e mancato contatto con la realtà, di gruppi che difendono i più spietati assassini di donne della Storia recente, non ha trovato particolare eco un evento che potremmo definire epocale, un vero punto di svolta nella lotta contro la violenza di genere nel nostro paese.

In un silenzio quasi assordante, è stata approvata dal Consiglio dei Ministri, dietro la spinta della premier Meloni, una legge, la Roccella – Nordio, che regolamenterà in maniera decisiva la violenza maschile contro le donne

Ma cosa prevede nel dettaglio questa legge?

Caso unico in Europa, rappresenta anche la prima volta in cui nel Codice Penale verrà inserito il termine “donna” in un’epoca in cui, come abbiamo visto, la parola “donna” viene debellata, livellandosi ad aberrazioni come quella comparsa di recente su Skytg24, in cui la parola “donna” è stata cancellata in favore di “persona con utero”.

È dunque una “norma senza precedenti”, come l’ha definita la Consulente Parlamentare Femminicidio Paola Di Nicola Travaglini, poiché con questa legge il femminicidio non sarà più solo un’aggravante dell’omicidio, ma verrà considerato un reato a sé stante, punibile con la pena dell’ergastolo.

La legge prevede altri parametri davvero interessanti che andranno a delineare maggiormente il reato, lasciando poco spazio a cavilli di varia natura che potrebbero permette all’omicida di cavarsela

Tra questi, ci sarà appunto un limite nel riconoscimento di attenuanti e, comunque, la pena minima non potrà essere inferiore ai 15 anni.

Pena che potrebbe andare via via aumentando nel caso in cui concorrano fattori aggravanti, come maltrattamenti a familiari e conviventi, mutilazioni ai genitali, sfregi permanenti al viso, obbligo all’aborto, discriminazione razziale, stalking e minacce di diffusione di materiale intimo a sfondo sessuale (noto come revenge porn).

Un ottimo obiettivo raggiunto dal governo Meloni, meritevole di aver finalmente varato una legge che intende punire sul serio la violenza sulle donne

Una legge che attendevamo da anni e che se anche non potrà cancellare la piaga del femminicidio in un colpo solo, si spera potrà quantomeno costituire un forte deterrente.

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