L’Europa che non vogliamo
Lo scontro in Parlamento e nelle piazze sul Manifesto di Ventotene, non è altro che un pretesto per creare nuovamente divisioni e scompiglio nella politica italiana.
Un inutile ripiego per nascondere scelte sbagliate delle Istituzioni europee di dieci anni a questa parte
E’ innegabile infatti che nei lustri passati Bruxelles, immettendo nell’ordinamento le norme in vigore, ha ottenuto un peggioramento condizioni economiche e sociali dei cittadini europee.
Le nostre città sono caratterizzate, in tutti gli Stati, da una maggiore povertà e insicurezza.
Il fallimento purtroppo è sotto gli occhi di tutti e deriva dal fatto che i nostri leaders a Strasburgo sono stati selezionati, non tanto per le loro capacità e ideologie manifestate, ma, in molti e non fortunatamente in tutti casi, quali strumenti in mano ai poteri esterni che, a loro volta, favoriscono e garantiscono la stessa loro sopravvivenza.
Il “giochino” ha funzionato fino ad oggi bene. Gli equilibri internazionali riuscivano ad assicurare la certezza di progetti, talvolta seri, talvolta utopistici, degli esponenti europei
Il programma Green, sbandierato alla ormai da tempo “dissolta” Greta, è stato il più fulgido esempio. Il dubbio di molti, ovvero che dietro alle disposizioni pro-ambiente vi siano stati interessi specifici a spese di imprese e famiglie europee, viene molto spesso alla ribalta.
Così come per i farmaci anti-Covid e le norme a favore della globalizzazione. Sicuri nelle loro certezze, neanche avevano ipotizzato un cambio di scenario. Eppure queste ipotesi, oggi, sono diventate realtà
Con Trump tutti gli equilibri pregressi sono saltati. E i leaders europei si sono trovati totalmente impreparati. Non hanno pensato a un Piano B, talmente erano presi nel rispettare e far rispettare i loro piani. E adesso non sanno che pesci pigliare. Come può essere fatto dietrofront, senza una globale, enorme, pessima figura?
L’esempio più lampante riguarda la situazione in Ucraina e il possibile smantellamento della Nato
Il coinvolgimento della UE è talmente rilevante, che diventa difficile uscire dall’impasse in maniera onorevole e autorevole.
Ecco quindi che vengono in aiuto idee e documenti del passato, ormai superati dai fatti e dal tempo. Il manifesto di Ventotene è uno di queste, un progetto illusorio da “macchina del tempo”. Quella parte politica italiana impaurita di perdere consensi, si appella, anche impropriamente, al manifesto al solo scopo di ridare un senso alle nebulose politiche europee. Il tutto in attesa di una nuova rimodulazione (e di momenti migliori).
Ma i cittadini europei non sono stupidi. Sanno che purtroppo l’Europa ha perso di credibilità, di autorevolezza oltre che competitività, produttività, incremento del PIL e miglioramento nelle prospettive dei cittadini europei
Buttarla in “buriana” è l’unico modo per cercare di cambiare velocemente le carte in tavola e conservare le posizioni attuali. Conservarle il più a lungo possibile.
Perso per perso si mettono in campo tutte le azioni e i propositi possibili. Si grida al voltafaccia di Trump verso “i fedeli alleati europei”.
Si impreca, anziché esultare, di fronte a una eventuale pace in Ucraina, ben sapendo che negli ambienti apicali europei al momento la pace non fa comodo
Tuttavia l’Europa dovrà necessariamente accettare la pace perché da sola non ha la forza né economica, né militare di fronteggiare la Russia e gli Stati Uniti assieme.
Non si è pensato in questi hanno a potenziare le industrie europee, presi da energia pulita e cappotti termici. Ora un colpo di gomma, si cancella tutto il pregresso Green. Le aziende si devono riconvertire in industrie belliche. Dalle pale eoliche ai cannoni
Eppure non abbiamo neanche a sufficienza polvere da sparo. Se non fosse una situazione tragica, ci sarebbe anche del comico.
E si punta di corsa verso la creazione di difesa europea. Già da tempo alcuni leaders europei gridavano alla difesa unica europea. Ma all’Europa faceva comodo pensare all’ambiente, alle auto elettriche (prodotte in Cina e Corea però), ai matrimoni fra persone dello stesso sesso, agli immigrati clandestini che avevano tutti i diritti e nessun dovere.
Via quindi di colpo alle norme pro-gender.
Adesso a piume, bandiere colorate e tacchi a spillo, pensiamo a droni spara cartucce e tute di mimetica
Ma il nervosismo della classe politica europea permane ed è palpabile. Si continua a invocare la Nato e a nominare Trump. Il tutto alla ricerca di alternative che fanno coincidere interessi con prospettive politiche. Si assiste ogni giorno a qualche ribaltone. Idee e progetti si rincorrono e si scontrano con la realtà degli eventi sempre nuovi e inaspettati.
Diciamocelo seriamente. Chi ha perso la guerra di Ucraina, oltre l’Ucraina stessa, è stata proprio l’Europa. Il disastro epocale dell’attuale establishment politico europeo sarà ancora più evidente in un futuro neanche tanto lontano
Senza cambio di strategia il declino è destinato a continuare. E nessun manifesto, nessun libro bianco, nessun documento, con buona pace di Benigni, riuscirà a far sopravvivere il futuro dell’Europa.
Leggi anche:
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT