“Se votare servisse a qualcosa, non ce lo farebbero fare”. Questa frase sul voto, spesso attribuita a Mark Twain, è sempre stata molto attuale, ma oggi ancora di più. Stiamo attraversando un periodo estremamente pirotecnico da un punto di vista elettorale. Da una parte c’è l’establishment che cerca in tutti i modi di mantenere le proprie posizioni, dall’altra il popolo che, onestamente, si è stancato della solita minestra e che vorrebbe dare un cambiamento.
In alcune nazioni questo è riuscito: mi riferisco alla fiera Ungheria che con Orban, votato e confermato, ha creato un centro patriottico molto importante; parlo dell’America, dove il popolo ha preso a calci in culo l’ideologia woke dando fiducia a Trump; e all’Italia, in cui la Meloni sta facendo benissimo.
Poi invece ci sono personaggi che, pur stando nell’ombra, riescono a mettere sempre bocca (e quattrini) in quei centri di potere che riescono a gestire. Soros e Rotschild con le loro banche influenzano e vogliono influenzare la politica mondiale. Con interessi giustamente, per loro, speculativi.
Il braccio armato della politica economica
In questi ultimi giorni ci sono stati tre eventi, apparentemente slegati tra loro, che se uniti insieme evidenziano un filo conduttore impressionante. Romania, Turchia, Francia. Tutto rigorosamente in ordine cronologico.
In Romania Călin Georgescu, candidato della destra alla presidenza, viene escluso dalla corsa alla presidenza dalla Corte Costituzionale. In Turchia, il sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu, da tutti indicato come quello che potrebbe levare il potere al sultano Erdogan, viene arrestato.
Ultima notizia di ieri: Marine Le Pen non solo viene condannata, ma addirittura dichiarata ineleggibile per i prossimi 5 anni, in modo da escluderla alla prossima elezione all’Eliseo.
Il concetto che passa è semplice: il popolo sta per buttarci fuori, quindi mettiamo fuori gioco i loro candidati. La teoria gattopardesca del tutto cambi, affinché niente cambi, è entrata in azione. Però il popolo ha tanti difetti, ma anche un pregio: reagisce.
Infatti in Romania la destra vola nei sondaggi dopo che le formazioni dell’opposizione si sono unite a sostegno del candidato radicale George Simion. In Turchia la popolazione scende in piazza in maniera massiccia contro Erdogan. E chissà che in Francia, Bardella non riesca a convogliare su di sé anche i voti dei moderati schifati da queste manovre bieche e sudicie.
Attenti all’effetto boomerang.
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