Lib lab liberal o liberale

Da buona liberale liberal lib lab, che dir si voglia

liberali
Lib lab liberal o liberale
Alcuni amici che mi seguono, bontà loro, qui e su FB mi accusano simpaticamente e bonariamente di  qualunquismo.

Insomma un po’ di qua e un po’ di là

E io a far comprendere che un liberale quale  mi sento dall’età della ragione e del primo voto, dovrebbe osservare la realtà a trecensessanta gradi e abbandonare laicamente pregiudizi e preconcetti  analizzando il più razionalmente possibile la contingenza. Faccio outing e confesso che non sempre l’ho esercitato nel mio periodo silviano (Berlusconiano ndr).
Inoltre  sostengono che fa capolino una rivoluzione di stampo comunista,  altri   fascista. In somma non si riesce  a staccarsi da queste categorie a mio avviso davvero obsolete e incancrenite.  Anche se, sinuosamente serpeggiano ancora come vecchi stereotipi.

Io non temo nell’una nell’altra,  nessuna deriva totalitaria

Magari sarò Alice ma credo davvero che lasciando gli estremi agli estremi e raccogliendosi al centro si possa fare qualcosa di positivo, ancora.
Naturalmente è una mia opinione suffragata  da sensazioni che comunque esistono e dalle quali è difficile prescindere, ma anche da raziocinio. I partiti maggiori, escluso il pentastellato che non è un partito ma realmente un’ accozzaglia di voti  multiformi e multicolori, sono moderati. Chiedo venia se  a qualcuno non piace il termine ma al momento  non me ne sovviene un altro.. forse “equilibrati”.

Francamente penso che la maggioranza degli italiani sia gente per bene,  ma c’è la malerba e le mele marce che si sa cosa producono quando prendono inevitabilmente il sopravvento

Per questo  ho sempre auspicato  un governo a  qualificata maggioranza e di larghe intese,  fatto da gente moderatamente forte, di  enorme buon senso e buona volontà. Non autoritario ma ricco di autorevolezza. Permettetemi di non definirlo in alcun modo. Non serve a nulla se non a esagitare qualcuno. E, forse, finalmente  lo abbiamo trovato.

Liberale liberal lib lab

Tutta la differenza la farebbe la “e” finale.  Un test che ho fatto, un giochino dei tanti che ti appaiono a tua insaputa sul web,   mi ha definito  liberal o liberale di sinistra. Mi dice che non voglio confondermi  con i conservatori, che amo la   laicità e non mi  piacciono i benpensanti. Che difendo i diritti civili, credo nel progresso e sostengo  di avere una spiccata sensibilità sociale. In campo economico, ritengo  che lo Stato debba giocare un ruolo per assicurare a tutti uguali condizioni di partenza.  Che spesso m troverei a disagio con i miei connazionali: li vorrei  diversi, più colti, meno qualunquisti, più responsabili. 

Vengo  considerata troppo di destra dagli amici di sinistra e troppo di sinistra da quelli di destra

 L’analisi non si discosta  troppo dal vero.  Anche se il mio cuore batte a destra.
Non mi piacciono le categorie etichettate e rifiuto le ideologie incorporate. Ormai  l’unica categoria che accetto è il pragmatismo.
Dunque se essere liblab significa ispirarsi alle ideologie e agli orientamenti culturali dei liberali e dei socialisti riformisti e ne auspica una reciproca collaborazione, ebbene questa è la mia etichetta attuale.

Keinesiana secondo il giochino

Il  Liberale Classico, secondo l test,  crede nel libero mercato e nella competizione, ma ritiene che lo Stato debba fare da arbitro, che  può essere talvolta corrotto e  quindi non vuole affidagli troppi poteri.  Il pragmatismo prevale sull’ideologia. Ritiene che il liberalismo debba essere soprattutto un metodo e che ci si debba focalizzare sui singoli problemi. Ha idee precise, ma è pronto a  rimetterle in discussione. Stavo per dire volterianamente, ma pare che non sia stato Francois Marie  ad affermarlo bensì una sua biografa.
Diffida di coloro che dicono di avere la libertà in tasca. Crede che, per essere liberali, si debba essere anche liberisti, ma che non basti per essere considerati liberali: è condizione necessaria ma non sufficiente. Cavour e Croce  ne sono gli ispiratori.
Dunque un liberale vecchio stile che se non indossa gli occhialii pince-nez alla Cavour è solo perché l’ottico non li vende più.

 In parte  mi ravviso anche  in questa rappresentazione. Dunque?

Ma il limite dei liberali, come ho sempre sostenuto, è quello di essere troppo  snob e pretendere di essere compresi dando troppo poco in cambio. Insomma affetti da eccessiva  autoreferenzialità e caratterizzati da  scarsissimo populismo, che oggi senza uno spruzzo di quello non si va da nessuna parte..
Da buona liberale liberal liblab, che dir si voglia.

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