LIBERALI SI È, NON SI PUÒ FINGERE DI ESSERLO
Essere liberale non è un appellativo, è un modo di essere, un modo di concepire lo Stato e la cosa pubblica.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha confermato in un’intervista al Corriere della Sera di essere aperto a un’alleanza con Elly Schlein, segretaria del PD, e Giuseppe Conte, come unica alternativa al governo di Giorgia Meloni. L’annuncio è stato sottolineato da una foto simbolica della “Partita del Cuore” del 16 luglio, in cui Renzi abbraccia Schlein dopo un’azione di gioco.
Renzi ha dichiarato che l’alleanza è necessaria per formare un centro che guardi a sinistra
Questa è la premessa nota a chi segue gli eventi politici nostrani.
Sinceramente, non ci vedo niente di nuovo sotto il sole di Rignano. Il lupo ha semplicemente ripreso il suo vecchio pelo.
Non credo di scandalizzare nessuno dicendo ciò che appare ovvio anche ai più ingenui: l’ideale di fondo è quello della cadrega. La strategia politica è comprensibile, ma sempre e comunque entro i limiti della coerenza. Tutto è negoziabile in politica, ma i principi e gli ideali fondamentali no, altrimenti non è politica ma semplicemente interesse.
Non molto tempo fa scrissi ciò che vuole dire essere liberali oggi, e a maggior ragione alla luce dell’inversione a U renziana, mi sento di confermare che non è sufficiente dirsi liberali per esserlo:
“Nel panorama politico italiano esistono molti che tendono a dissimulare le loro reali radici storiche, fascisti e comunisti ad esempio, radici di cui vergognarsi e che la storia ha ampiamente smentito come ideologie apparentemente o a parole per i popoli, ma nei fatti contro i popoli e oppressori di popoli, quando addirittura non sterminatori. Ideologie profondamente sbagliate non solo da un punto di vista umano, ma anche e soprattutto di prospettiva e prosperità del popolo.
Oggi assistiamo a un curioso fenomeno: molti politici di area centrista (per carità, animati magari da buone intenzioni) si fregiano del titolo “liberale”, come fosse un titolo nobiliare, dicendo di appartenere a un partito ma di estrazione liberale. Ebbene no! Essere liberali veramente non è così semplice, non ci si nasce né lo si è solo perché lo si dice
Il vero liberale ama anzitutto la Libertà, sia sociale che di espressione, ama l’equilibrio della competizione politica che conosce come unico limite nel rispetto dell’avversario e delle altrui idee, purché non in conflitto con le libertà individuali. Il vero liberale è per una società fortemente responsabilizzata e basata sulla meritocrazia.
Il liberale è per meno Stato e più privato, il che si traduce in meno sprechi e più PIL
Il vero liberale non crede nelle idee preconcette e non crede che l’economia debba essere pianificata dalla politica. Il vero liberale non è per fare nuove leggi o decreti (ne abbiamo 250.000 in Italia a fronte della media europea di 7.000). Il vero liberale non ama le corporazioni o i privilegi di categoria. Il vero liberale è convinto che lo Stato e le istituzioni debbano occuparsi di poche cose ma benissimo, come la sicurezza e l’ordine pubblico.”
Questo vuol dire essere liberali.
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