Liberata Cecilia Sala
È tarda mattinata a Palazzo Madama quando la vice presidente del Senato, Maria Domenica Castellone annuncia che Cecilia Sala è stata liberata ed è in volo per tornare in Italia.
E, subito in Aula, scatta la standing ovation dei senatori, in una dimostrazione di doverosa solidarietà nazionale per la liberazione di una nostra concittadina, ingiustamente arrestata e detenuta in Iran, per ben venti giorni, a fronte di accuse vacue e fumose
Segno evidente che l’arresto, o per meglio dire, il rapimento, non è avvenuto affatto a causa di presunte violazioni della legge islamica (sic!), ma si è trattato di uno sporco gioco politico e di un inaccettabile ricatto per ottenere la liberazione di Mohammed Abedini, detenuto in Italia in esecuzione di un mandato di arresto internazionale a carico dell’ingegnere iraniano.
Insomma, un sequestro-rappresaglia a scopi ricattatori che tuttavia, evidentemente, non ha ottenuto i risultati sperati dal regime di Teheran, dal momento che Abedini ancora si trova nelle patrie galere in attesa dell’udienza del 15 gennaio in cui si deciderà se concedergli o meno la detenzione domiciliare, mentre Cecilia Sala sta per atterrare in Italia
In ogni caso, quali che siano i retroscena dell’arresto e quelli della liberazione (che probabilmente non conosceremo mai nella loro interezza), la notizia del ritorno in Patria di Cecilia Sala riempie il cuore di tutti gli italiani per bene.
Quegli italiani che sanno distinguere fra opinioni politiche discutibili della giornalista e il valore incommensurabile di una cittadina italiana liberata dagli artigli antidemocratici di un Paese dittatoriale che non conosce lo Stato di Diritto e si abbassa a questi infami ricatti internazionale
Un grande plauso va al Governo, alla diplomazia e all’intelligence che sono riusciti a giungere a un risultato del tutto non scontato e persino inimmaginabile pochi giorni fa. In questa vicenda, l’Italia ha dimostrato di essere un grande Paese il cui peso politico si è accresciuto in questi anni, anche grazie all’opera di Giorgia Meloni e del suo Governo, ritenuto evidentemente credibile non solo dagli alleati ma anche dai “nemici”.
Una Nazione dotata di un’intelligence e di una diplomazia di prim’ordine, nonostante le polemiche non siano mancate al momento dell’arresto della Sala, che evidentemente ha saputo rimediare alle vere o presunte carenze
Il Ministro Tajani ha parlato giustamente di risultato ottenuto grazie a un grande lavoro di squadra e dello stesso tenore sono state le parole dell’eurodeputato di Fratelli D’Italia, Carlo Fidanza.
Persino le opposizioni, nonostante le inutili polemiche dei giorni scorsi – si ricordino le parole di Matteo Renzi sulla presunta assenza di strategia del Governo sul caso Sala (sic!) e la altrettanto presunta esautorazione del Ministro Tajani (sic!) -, hanno dovuto riconoscere i doverosi meriti del Governo e delle istituzioni che hanno concorso alla liberazione della Giornalista.
La sensazione è che la sinistra non potesse esimersi da dichiarazioni in tal senso, e che vi siano giunti un po’ “obtorto collo”, dal momento che la strumentalizzazione antigovernativa, come si diceva poc’anzi, non è mai mancata sin dalle prime ore del rapimento della Sala
La conclusione positiva della vicenda ha in qualche modo obbligato i vari leader della sinistra – chi più chi meno – a “stringerci a coorte”, almeno per pochi minuti. Lecito dubitare della genuinità delle intenzioni, ma sicuramente atteggiamento da apprezzare, una volta tanto.
Addirittura il Senatore di Rignano dopo la cantonata bella e buona ha prontamente fatto retromarcia ringraziando e complimentandosi con tutti, Governo compreso
“È il tempo della festa senza alcuna distinzione politica!” dichiara Renzi in modo ecumenico. E sì, non saremo certo noi a turbare l’idilliaco clima politico instauratosi per pochi minuti, sebbene non si possa né si debba stigmatizzare il tentativo costante di delegittimazione dell’Esecutivo messo in atto dall’opposizione anche in momenti in cui l’unità nazionale dovrebbe porre in secondo piano le legittime distinzioni.
I prossimi giorni saranno i giorni del silenzio per Cecilia Sala nei quali la giornalista si riprenderà dallo shock di una detenzione inumana – come la stessa aveva comunicato qualche giorno fa ai familiari – per poi tornare a svolgere il suo lavoro con determinazione e coraggio
E, crediamo di rendere onore alla Sala nell’affermare che quando dirà cose che non condividiamo, lo faremo presente in modo franco, aperto e leale, nella convinzione che le idee si battano con le idee, e che la democrazia voglia e meriti un confronto ampio e dialettico, a differenza di quei regimi, come l’Iran, in cui il dissenso è represso con violenza e la libertà soffocata senza pietà, come ben sanno le tante donne e i tanti uomini iraniani che giacciono nei penitenziari di regimi o che sono condannati a morte nel silenzio generale, e a cui va tutta la nostra vicinanza.
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