Non serviva una classifica per capirlo, visto che lo sperimentiamo sulla nostra pelle ogni giorno, ma metterlo nero su bianco è importante. La libertà di stampa in Italia è messa male, molto male. Per capirci: siamo dietro al Ghana e al Burkina Faso. La classifica 2020 realizzata da Reporter Without Borders in merito alla libertà di stampa nel mondo vede infatti l’Italia al 41° posto, dietro tutte le altre maggiori potenze europee e Paesi in via di sviluppo come anche la Namibia.
Qual è, dunque, lo stato di salute della libertà di stampa in Italia? Pessimo, un po’ come lo stato di salute delle nostre libertà più in generale, visto che il governo di prepara a un’ulteriore stretta facendo ancora leva su Covid e emergenza sanitaria. Reporter Without Borders, che anche nel 2020 ha redatto il World Press Freedom Index arrivato ora alla sua terza edizione, stila una classifica annuale in cui viene valutata la situazione dei vari Paesi, esclusi quelli più piccoli, relativa alla libertà di stampa focalizzandosi soprattutto sulle pressioni e gli attacchi diretti ricevuti dai media. E cosa emerge?
I dossier
Alla base del dossier – ripreso anche da Money.it – c’è un questionario che è stato inviato alle organizzazioni partner di Reporters Senza Frontiere, oltre che ai suoi 150 corrispondenti in tutto il mondo e a diversi giornalisti, giuristi e attivisti per i diritti umani. “Per quanto riguarda la classifica 2020 stilata da Reporter Without Borders, l’Italia si trova al 41° posto di questa speciale graduatoria, dietro a tutti gli altri principali Stati europei e anche a diversi Paesi in via di sviluppo. Al primo posto del World Press Freedom Index troviamo la Norvegia, con il podio che è tutto riservato al Nord Europa visto che al secondo posto c’è la Finlandia e al terzo la Danimarca”.
Se poi pensiamo che al quarto e quinto posto ci sono rispettivamente Svezia e Olanda, il quadro è completo. “Davanti all’Italia ci sono la Germania (11°), il Belgio (12°), la Spagna (29°), la Francia (34°) e il Regno Unito (35°). Davanti al Bel Paese però ci sono molti Paesi provenienti da zone del mondo economicamente meno floride della nostra: dalla Jamaica fino alla Namibia, passando per Costa Rica, Ghana e Burkina Faso”.
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