L’impero tecnocratico
Oggi, assistiamo al tentativo della creazione di un sistema egemonico unipolare.
Infatti, il cosiddetto impero di Washington, come abbiamo visto, in un recente periodo, si è dilatato analogamente allo straripamento di un fiume in piena
La NATO organizzazione militare, diretta dagli USA, è una potenza militare come mai nessun’altra è esistita nella storia dell’umanità. Fino a pochi anni fa, esisteva anche un altro impero parallelo, quello che che faceva capo a Mosca che era in concorrenza e si confrontava col primo, dato che si fronteggiavano in una tensione costante anche se sembrava avessero trovato un tacito accordo per una convivenza basata sul reciproco timore della potenza termonucleare.
Esisteva la quasi certezza che avessero trovato un equilibrio
Non erano certo imperi legittimisti come altri numerosi del passato: l’impero Ottomano, l’impero Austro Ungarico, l’Impero del Sol Levante e l’impero degli Zar o Russia Imperiale. Le due superpotenze cercavano di trovare la legittimazione grazie a delle idee forza, dato che eravamo nell’epoca del trionfo delle ideologie. Il socialismo reale per una, il liberalismo economico per l’altra.
Ad ogni modo, anche se queste entità non erano dichiaratamente degli imperi, legittimati da alcunché hanno ugualmente esercitato la loro potestà ed uno dei due la esercita tuttora
I Paesi che facevano parte degli imperi erano strettamente vincolati anche se la costrizione era mascherata da alleanza. In realtà erano solo zone di influenza, dominions.
Non erano infatti alleanze tra pari, ma delle vere egemonie di alcuni Stati su molti altri
Quando ambienti occidentali, nel 1968, cercarono probabilmente di erodere la stabilità di una componente dell’impero di Mosca, con un tentativo di destabilizzazione della Repubblica Socialista Cecoslovacca, con la cosiddetta “rivoluzione di velluto”, come in seguito fecero anche in Polonia con Solidarnosc in modo più fortunato, il tentativo fu represso in modo risolutivo, coi carri armati e Leonid Breznev, rese pubblico con una dichiarazione.ufficiale, ciò che era risaputo, cioè, che all’interno degli schieramenti, la sovranità era limitata.
Esattamente la stessa posizione di sudditanza che avevano, ad esempio, la Gallia e la Dacia quando erano sotto il dominio Romano
Anche ai giorni nostri, nonostante uno dei due imperi si sia dissolto, la logica ferrea rimane la medesima e si ripete anche nell’area superstite, come hanno dimostrato altri episodi.
Inoltre, indebolita la potenza militare di Mosca, l’equilibrio basato sulla paura reciproca sembra essersi dissolto e questo può essere più pericoloso.
Certi ambienti militari sembrano non temere più un eventuale confronto diretto con Mosca
Inoltre abbiamo imparato a notare che, per evitare seri conflitti, ci siamo abituati a vedere innumerevoli guerre periferiche combattute per procura e così da decenni nessuno dichiara più guerra a nessuno anche se le guerre si sono moltiplicate e, di conseguenza, non esistono più veri trattati di pace. Al posto delle guerre tradizionali, assistiamo ad azioni di polizia internazionale, guerriglia di entità sospette, terrorismo internazionale.
Gli odierni conflitti sembrano assecondare la teoria di Karl Marx quando asseriva che la struttura economica prevale sempre sulla sovrastruttura culturale, almeno, certi ambienti liberali, sembrano seguire la stessa logica
Anche il vecchio colonialismo che aveva il monopolio prevalentemente europeo, ha mutato natura, non è più codificato da alcun diritto internazionale e riconosciuto come tale, ma esiste in modo più subdolo con l’aiuto di locali governanti fantoccio e di corruzione di funzionari. Inoltre, coloro che in apparenza sembrano esercitare le funzioni istituzionali nei Paesi occidentali, in particolare modo in Europa, non sembrano essere gli autentici governanti reali (Qualcuno dice che il ragionamento varrebbe anche per gli USA).
Sembra che le vere centrali di potere sarebbero ben altre. Infatti, un sistema talmente complesso come quello attuale, non può certo essere in balia degli umori di un elettorato incompetente, spaesato e volubile, che segue maggiormente i miti del momento piuttosto che la logica razionale.
Coloro che figurano essere i governanti, in realtà dirigono dei semplici comitati elettorali i quali, in un’epoca dichiaratamente post ideologica, sono costretti a legittimare il proprio potere con le clientele, alle elezioni amministrative, e con la logica del lobbismo a quelle politiche
Ma questo non è certo governare, avere una visione politica dello Stato non può adattarsi ad un sistema macchinoso come l’attuale basato su un’economia globalizzata. Occorrerebbe, o un autentico totalitarismo finanziario come esiste in Occidente, a cura delle grandi banche internazionali, delle borse, delle società di investimento.
Altrove governano delle sostanziali autocrazie
Se qualche illuso crede di detenere il potere decisionale sull’economia internazionale, avvalendosi del voto, è un poverino. L’anarco Capitalismo, direzione verso cui il liberismo sembra volersi dirigere. Quel prefisso anarco sembra mirare ad un sistema più romanticamente libero.
Al contrario, lo sforzo per il ridimensionando degli Stati, dei parlamenti, dei governi, delle leggi, di normative, culture, identità, sembra finalizzato alla sola intenzione di creare i presupposti, non per un totalitarismo democratico di tipo cesarista ma, al contrario, per aprire la strada ad un totalitarismo tecnocratico di tipo finanziario basato sull’atomizzazione delle comunità con una forte spinta verso le forme più estreme di individualismo, creando monadi al posto di comunità organiche.
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