L’Inferno di Sollicciano: Un Sistema Penitenziario al Collasso

L’Inferno di Sollicciano: Un Sistema Penitenziario al Collasso

Il carcere di Sollicciano, tristemente noto per le sue condizioni disumane, torna sotto i riflettori dopo la tragica morte di Fedi, un giovane di vent’anni che si è tolto la vita il 4 luglio 2024.

Questa ennesima tragedia ha scatenato un’ondata di proteste e richieste di intervento da parte delle istituzioni e delle associazioni di tutela dei diritti umani.

Fedi era arrivato in Italia dalla Tunisia a soli undici anni, nascondendosi in un camion. Dopo aver scontato la pena per una rapina, era rimasto in carcere per una serie di “microreati” commessi da minorenne.

Le sue condizioni di vita a Sollicciano, caratterizzate da sovraffollamento, scarsa igiene e mancanza di attività rieducative, lo hanno portato a un gesto estremo

Le condizioni a Sollicciano sono da tempo denunciate come inaccettabili: acqua fredda, cimici nei materassi, sovraffollamento e celle bollenti. Questi fattori contribuiscono a rendere la vita dei detenuti insopportabile, contravvenendo al principio costituzionale di rieducazione.

La morte di Fedi è solo l’ultima di una serie di tragedie che evidenziano l’urgenza di una riforma del sistema penitenziario

Purtroppo i nostri carceri sono tristemente noti per avere un primato di suicidi non solo tra i detenuti, ma anche tra il personale di sorveglianza.

L’ emancipazione di un popolo si giudica anche e soprattutto da come gestisce i propri carceri e da come tratta i propri detenuti.

E sicuramente l’Italia non può farsi vanto di questo

Il neo sindaco ( SindacA) ha subito approfittato per contestare l’ operato del governo in ambito di gestione del carcere.

Ma a mio avviso è fondamentale riconoscere che le responsabilità di questa crisi non sono solo dell’attuale governo

È bene ricordare che c’era chi tra le amministrazioni precedenti, anche del comune di Firenze da sempre di centrosinistra, chiedeva che i fondi del PNRR, potessero essere destinati a infrastrutture come il nuovo stadio di Firenze, piuttosto che venire utilizzati per migliorare le condizioni carcerarie ad esempio.

La questione della sicurezza e delle condizioni dei carcerati dovrebbe essere una priorità dello Stato, che deve allocare risorse in modo efficiente ed evitare sprechi

La situazione attuale evidenzia la necessità di un ripensamento radicale del sistema penitenziario, che includa anche percorsi alternativi per i reati minori e un maggiore supporto per la riabilitazione.

Le critiche mosse dai rappresentanti della sinistra contro il governo devono essere viste alla luce delle loro responsabilità passate. La mancanza di risorse è anche una conseguenza delle politiche economiche precedenti, come il superbonus, che hanno limitato la capacità dello Stato di finanziare adeguatamente il sistema penitenziario.

Il tasso di recidiva superiore al 70% dimostra l’inefficacia dell’attuale sistema di reinserimento

Senza un intervento strutturale e un aumento delle risorse, le tragedie come quella di Fedi continueranno a ripetersi, evidenziando il fallimento delle istituzioni nel garantire un trattamento umano e rieducativo per i detenuti.

Ricordiamoci di Fedi non solo adesso ma anche in futuro e facciamo si che i carceri possano essere ridimensionati e il personale riadeguato alle effettive necessita, piuttosto che arrivare alle soluzioni di sempre con provvedimenti svuota carceri che non hanno alcun effetto positivo se non nel breve periodo.

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