Inflazione – L’ondata inflativa colpisce più gli USA che l’Europa. Le conseguenze e il disinteresse per gli americani alle sorti dell’Ucraina spingono verso una soluzione diplomatica. Accordi USA Cina in vista, sulla riduzione dei dazi doganali, per diminuire gli aumenti dovuti all’inflazione.
La guerra in Ucraina sta diventando di logoramento. Le ostilità dureranno a lungo poiché lentamente ma fermamente i russi consolidano l’occupazione. Questa consapevolezza si sta facendo strada nelle menti dei governanti americani e li sta guidando verso una soluzione diplomatica. In merito qualche giorno fa la Casa Bianca ha emesso un comunicato alla Cnn. Esprimendo dubbi sulla capacità dell’Ucraina di ribaltare le sorti del conflitto. La stessa amministrazione Biden sta rimettendo in discussione gli obbiettivi ritenuti accettabili in Europa orientale. Tanto l’Europa che gli USA non sono un blocco compatto e la pista della Real Politik sta prendendo piede.
Gli USA invitati a una soluzione diplomatica.
Qualche giorno fa Charles Kupchan autorevole esperto di sicurezza Internazionale si è espresso dalle pagine della rivista Foreign Affairs. Nell’articolo invitava gli USA a considerare una soluzione diplomatica della guerra. Il docente di relazioni internazionali invitava la NATO a capitalizzare i successi ottenuti e ad agevolare il cessate il fuoco. “Proseguire le ostilità significherebbe per l’Ucraina ulteriori perdite di vite umane e territorio. Con la guerra aumenta il rischio di escalation e le ricadute negative per tutte le economie”.
Se gli USA optassero per la soluzione diplomatica non avrebbero problemi con gli stati europei nei quali l’opposizione interna sta già ponendo in discussione tutte le questioni della guerra. In Particolare Francia e Germania sperano apertamente di uscire dalla guerra e di raggiungere una soluzione negoziata.
Anche gli americani, coinvolti da un’ondata inflattiva più forte di quella europea si interessano poco o nulla delle sorti ucraine. Lo dicono diversi sondaggi in merito.
Si rafforza il consenso intorno al Cremlino
Ultimamente alcune rilevazioni demoscopiche validate a livello internazionale ci dicono che tra i russi il consenso sul Cremlino tende a crescere.
Negli USA invece i risultati in Ucraina non danno consenso neanche elettorale specie di fronte allo scemare del potere di acquisto degli stipendi americani. La guerra infatti è una delle cause dell’inflazione che fa salire i prezzi dell’energia e a seguire tutti gli altri.
Come un sasso nello stagno, l’onda dell’inflazione si propaga nel mondo. Questo potrebbe essere un jolly per il Cremlino. L’opinione pubblica è temuta da Washington e il carovita è una spinta potente che influisce anche sulla politica estera. Non a caso gli USA hanno preso contatti con la Cina per abbattere alcuni dazi doganali imposti da Trump e Biden. Abbassare le barriere doganali significa ricevere prodotti cinesi ad un prezzo più basso e allentare la morsa dell’inflazione.
La politica e le sanzioni ai tempi della guerra
E’ stimato che un calo dei dazi del 2%. Abbasserà l’inflazione Americana del 1,3%. Ogni Famiglia americana risparmierà circa 800 Dollari l’anno.
I Negoziati per l’abbassamento dei tassi avvengono nonostante la Cina con discrezione ancora sostenga la politica Russa. Abbastanza da consentirgli di esportare in Cina circa un milione di barili di petrolio al giorno.
Quindi il petrolio russo prima arrivava in Europa a 40 Dollari al Barile. Ora arriva da altri fornitori, anche dagli USA, a 120 dollari al Barile. Con tutte le conseguenze sull’inflazione.
Il petrolio russo, ora arriva in Cina che non impone l’embargo, con uno sconto di 35 Dollari al Barile. Quindi a circa 85 Dollari al Barile. I conti petroliferi per Europa Russia e Cina e USA fateli voi.
Gli americani riceveranno ottimi prodotti cinesi a buon prezzo raffreddando l’inflazione.
Noi europei siamo sempre più la periferia del mondo.
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