L’isolazionismo statunitense ed il conflitto economico con la Cina

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Stati Uniti: ultima frontiera. Come Star Trek.

Molti della mia generazione (sono nato nel giugno del ‘67) da ragazzini, quando giocavamo alla guerra o quando avevano una qualsiasi discussione, dicevamo: “allora io chiamo gli americani!”. Come d’incanto la discussione finiva ed avevi vinto.

Beh nel 2020 si è capito bene, che se chiami gli americani non vinci, al limite fai pari, perché se gli altri chiamano i cinesi, diciamo che è probabile che perdi. In economia almeno è così.

Le cause scatenanti

I teorici di norma cercano delle ipotesi sulle quali basare le loro teorie. La ricerca necessità dunque di alcune cause scatenanti quali, ad esempio:

  1. L’immane debito pubblico americano sottoscritto in buona parte dalla Cina.
  2. Gli accordi commerciali che la Cina ha stipulato con tutte le economie mondiali: paesi africani, Australia, Europa, Turchia, Russia, paesi Arabi, parte del sud America, e perfino al Polo Antartico ci sono i cinesi pronti a sfruttare le risorse minerarie del Polo. E pure con gli USA vi sono accordi commerciali sui quali Trump ha imposto alcuni dazi.

Se ne parla di questo isolazionismo? Un’economia importante come quella americana non ha certo bisogno di sentirsi isolata, tutt’altro. Molti modelli di vita nel mondo scimmiottano il consumismo americano. Che peraltro fonda le proprie basi sulle capacità individuali e sulla forza di uno stato federale efficiente ed efficace nel prendere decisioni.

Jill Lepore, storica di Harvard ha scritto su un libro di recente pubblicazione sul tema, e molti dibattiti economici ci sono negli Stati Uniti. Il dibattito non è solamente in Europa al di qua di oltre oceano, ma è presente negli Stati Uniti, ed a livello universitario se ne parla.

Gli americani, oltre ad avere 800 basi militari sparse nel mondo, hanno riempito i propri concittadini americani di prodotti costruiti in Cina (tipo l’iPhone). Hanno fatto debiti federali a causa delle crisi economiche, sempre sottoscritti in buona parte dalla Cina, e contratto nuovi accordi commerciali per favorire il loro commercio, che funzionano solo se l’operaio americano viene pagato come un operaio cinese (e quindi funzionano solo in parte). Un suicidio economico.

La sostituzione cinese dei prodotti americani

Gli economisti sanno benissimo che questa opera di sostituzione con la forza economica cinese dei prodotti americani creerà più di un attrito a livello mondiale. Ma la colpa di chi è? Dei cinesi e del loro sistema economico.

Una dittatura progressista, con un piano di crescita al 2049, priva di diritti fondamentali come il diritto di critica, o più importante, di diritti umani e di libertà. Certo il sogno americano rischia dopo 300 anni di andare a sbattere proprio contro la muraglia cinese senza averne ancora capito che per poterla combattere occorre sfidarla sul suo stesso piano. E questo non è accettabile. I diritti non si negoziano.

I cinesi d’altronde sono egemonici, fanno la politica del baco da seta quando mangia la foglia più grande: un piccolo morsettino continuo e dopo due ore la foglia non c’è più. In questo modo ogni piccolo/grande accordo che i cinesi firmano, fa ancora di più arrabbiare il concorrente americano, che assume ruoli protezionistici, e quindi si isola.

Stiamo vivendo dunque uno spostamento verso la dittatura progressista cinese del sistema economico, e gli Stati Uniti, con una bilancia commerciale e dei pagamenti negativa (fortemente negativa) da quindici anni sono la prima vittima. Il bersaglio grosso.

Gli accordi globali dei cinesi

Ecco perché i cinesi fanno accordi con tutti, UE in testa, ma anche tipo l’Australia, per colpire l’economia americana, che diventando protezionistica, si isolerà ancora di più. Una tigre selvaggia se la chiudi in gabbia diventa aggressiva e gli Usa potrebbero sentirsi in gabbia, e per vincere una guerra commerciale non basta un dazio. Anzi, la storia insegna che… gli Achei attaccarono Troia. E quindi?

Noi europei siamo nel mezzo. La Germania sceglierà per noi, e la crescita economica è l’unica strada che eviterà all’isolazionismo americano indotto dalla Cina di diventare motivo di destabilizzazione.

Chi non ci crede, studi di più.

 

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