L’Italia senza domani. Non c’è nessun futuro per l’Italia, come non c’è nessun futuro per gli italiani. Semplicemente perché nel futuro non crediamo più. Non abbiamo più figli. Non ne facciamo.
L’inverno demografico italiano è oggi riconosciuto su tutti i principali giornali.
Il nostro oggi
Il cardinale Giacomo Biffi disse che un tempo i ragazzi avevano quattro o cinque fratelli, oggi quattro o cinque genitori e nessun fratello. Una frase che sintetizza il problema. Non che non capisca che oggi la famiglia tradizionale, è considerata una anacronismo. Ma forse dovremmo renderci anche conto, che il nostro mondo non funziona.
Non funziona la società che immaginiamo, aperta, dove si trovano costantemente nuovi presunti diritti, ma non si pensa mai di dover fare qualcosa per la comunità nazionale. Dove si guarda lontano ad una solidarietà utopica, ma non si guarda ad avere pietà del proprio vicino.
Probabilmente neanche si pensa più che esista una comunità nazionale. Non si crede a nulla che vada tutto noistessi.
Oggi abbiamo deciso di vivere per noi stessi, di fondare una società dove la maggiore ambizione è quella di potersi godere l’esistenza. Ma godersela da soli. Avere tante storie senza avvenire. E per paradosso, è una società che genera incredibili diseguaglianze.
Nessun domani
Chi non fa figli, sceglie di non avere un futuro. Nella nostra società, non c’è nessun appoggio a quelle coppie che vorrebbero farlo. Spesso solo limitate da ristrettezze economiche. Ma non si fa nulla per incentivare i giovani italiani a sposarsi, a creare una famiglia, a poter scommettere sul futuro.
Pensiamo addirittura che la panacea di tutto sia derubare della propria gioventù l’Africa. Sostituire i nostri non nati, con immigrati. Eppure molti stati stando riuscendo ad invertire le tendenze, con delle politiche per incentivare la mentalità. Ma non guardiamo a questi. Guardiamo semplicemente ad un furto. Perché di furto si tratta! Come possiamo pensare che i paesi in via di sviluppo siano aiutati dal sottrargli la loro migliore gioventù?
Come pensiamo che possa avere un futuro un Italia, se non facciamo nascere nuove generazioni di italiani?
Crediamo di essere eterni?
Dovremmo ispirarci a Thomas Jefferson, il quale ricordava che la terra appartiene solo ai viventi. Tra cento anni di me non resterà che polvere, forse anche tra meno. Tra centocinquant’anni anni nessuno di noi sarà ancora vivo, cosa resterà domani dipende da cosa faremo nascere oggi.
Chi verrà
Non è che il mondo finirà con gli italiani. Scompariranno gli italiani. Non ci sarà più l’Italia, ci sarà qualcosa di differente dall’Italia. E non lo decideremo neanche più noi perché i futuri elettori, non saranno italiani, non si sentiranno italiani, visto che non facciamo neanche niente per integrare le persone cercando di creare un’identità comune.
No promuoviamo addirittura la differenza. Preferiamo che i nuovi arrivati, continuino ad identificarsi meglio con le colture d’origine anche se sono nati qui.
Quando rappresenteranno la maggioranza, persone che non si sentono legate alla storia, alla tradizione, alla cultura di questo paese, il risultato sarà che dipenderemo dalle loro decisioni. Essendo una minoranza.
Il mondo ci sarà ancora, ma sarà un mondo senza italiani. Il paese forse si chiamerà ancora Italia. Ma sarà davvero una mera espressione geografica. Non corrisponderà alla storia , alla cultura, alla tradizione che il termine dovrebbe indicare.
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