Lo strano legame che lega Trump a Berlinguer
Sono i personaggi protagonisti di questi giorni. A fine ottobre nelle sale è uscito il film su Berlinguer, uomo ai suoi tempi non capito, ma oggi santificato nei cinema italiani
Una santificazione pure giusta in considerazione della miseria dei politici italiani di oggi, specie di sinistra, eredi di quel PCI che per davvero parlava alla classe operaia
Tuttavia se dopo la sua morte, avvenuta e seguita in diretta, si è parlato di lui come il massimo esponente del comunismo italiano, ai contemporanei la sua proposta con Aldo Moro di varare il compromesso storico proprio non andava giu’.
In primis proprio ai Russi e ai loro Paesi alleati che hanno tentato di dissuaderlo dall’accordo con la DC, anche provando a eliminarlo fisicamente nel 1973, atto non andato a buon fine. Sara’ compito degli storici valutare il pensiero e la politica di Berlinguer.
Per molti è stato comunque un uomo di sistema, che non ha potuto (o voluto) portare avanti un nuovo modello politico che avrebbe segnato il futuro italiano
E non solo quello della classe lavoratrice. L’Italia avrebbe, con Moro e Berlinguer, potuto iniziare un progetto di governance basato sull’alternanza DC-PCI.
Ovviamente il PCI doveva smettere di farsi guidare dai sovietici e cominciare ad accettare il nuovo corso di partito europeista ed atlantista
Negli Stati Uniti la storia è un’altra. La democrazia americana è sempre stata avvezza all’alternanza tra i due partiti principali. Democratici e Repubblicani hanno sempre trovato il modo di comporre il progetto politico americano in maniera sinusoidale: una volta l’uno e uno volta l’altro.
Tuttavia alle ultime elezioni americane abbiamo assistito a un fatto, di cui avevamo già intuito la portata ma di cui ora abbiamo la certezza
I democratici non sanno più parlare ai propri elettori. Kamala Harris ha perso proprio perché è stata abbandonata dalla sua base elettorale.
Ovvero, è stata lei che non ha saputo parlare al suo popolo. Un popolo che sta vivendo una crisi epocale e che più di proclami green chiede risposte ai problemi economici, che più di diritti ai gay chiede maggiore sicurezza in campo sociale
Lo vediamo anche in Europa: Il partito democratico ha smesso di difendere la classe operaia. E in tutta risposta la classe operaia ha abbandonato il partito democratico. Trump, uomo furbo, tenace e ambizioso come è, ha capito il lato debole dei democratici.
Ha dunque utilizzato i temi cari alla sinistra come grimaldello per arrivare al centro della politica americana, alla Casa Bianca
Ha girato in lungo e in largo la nazione per parlare ai disoccupati, agli emarginati, agli immigrati, agli operai, alla base americana e ha prospettato loro un futuro. Se poi riuscira’ ad attuarlo o meno lo vedremo più avanti.
Ma intanto è servito per arrivare al suo obiettivo
Negli Stati Uniti si è assistito al paradosso del ribaltamento delle posizioni elettorali. I repubblicani, ovvero la destra, risultano vicini alla classe operaia. I democratici, invece, rappresentano i salotti buoni radical chic statunitensi, i laureati, i liberi professionisti.
Siamo arrivato all’assurdo che durante la sua campagna elettorale Trump parla alle folle proprio come Berlinguer negli anni ’70. Gli mostra empatia. Pure lui, pluri-mega miliardario, diventa uno di loro. Un dato che dimostra quanto la politica possa prendere a volte strade tortuose e sorprendenti.
La sconfitta democratica americana deve far riflettere anche i nostri politici
Meno proclami, meno parole, meno idealizzazioni. Più chiarezza, trasparenza, empatia e pragmaticita’. La base elettorale ha necessità di avere risposte basiche: come far quadrare il bilancio familiare, tenere bassi i livelli di tassi dei mutui e finanziamenti, procedere a tenere ferma l’inflazione. Hanno necessità di risposte normali per portare avanti la vita di tutti i giorni. Questa era quello che faceva Berlinguer negli anni ’70. Una vita normale e non “un mondo ideale”.
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