L’Occidente è in crisi

L’Occidente è in crisi

La crisi è demografica: non facciamo più bambini e rappresentiamo una frazione sempre più piccola della popolazione mondiale.

La crisi è economica: le nostre economie sono stagnanti e rappresentano una frazione sempre più piccola della economia mondiale.

Il vantaggio accumulato nei secoli passati è grande ma sta diminuendo rapidamente

La crisi è culturale: i nostri modelli di pensiero, le nostre forme di vita e di consumo, le nostre idee del giusto e dell’ingiusto non affascinano più gli altri popoli ed essi non hanno voglia di seguire i nostri esempi.

A questo si deve aggiungere l’emergere di una nuova sinistra globalista, l’emergere di un ideologia progressista che sta distruggendo i valori tradizionali e promuove concetti deviati e perversi, oltre che pericolosi, come il “wokismo”, la teoria gender, oltre all’odioso politicamente corretto, la cancel culture, il sostegno alle lobby LGBT, il relativismo culturale, il radicalismo ambientalista e via di questo passo.

Credevamo di essere l’avanguardia dell’umanità e invece siamo forse in un vicolo cieco della storia della umanità

Come in tutte le civilta’ in decadenza abbiamo perso fiducia nella nostra cultura, nei nostri valori, nella nostra religione.

Ci caliamo le braghe prima che ce lo dicono gli altri, nascondendoci dietro lo scudo del “rispetto verso l’altro”.

Non dimenticherò mai quando Papa Ratzinger venne linciato mediaticamente per aver citato a Ratisbona un verso del Corano, “Allah tollera l’uso della spada”, e noi fermi, immobili, non facemmo nulla, non alzammo un dito per difenderlo dagli ignobili attacchi da parte dell’Islam e lo costringemmo a chiedere “scusa”. Era il 2006.

In quel momento iniziai a capire che l’Occidente aveva preso una strada senza ritorno

Ci dobbiamo sempre giustificare per le nostre azioni e capire le ragioni degli altri.

L’Occidente odia se stesso.

Quindi, e’ segnato il destino dell’Occidente? Forse si, forse no.

La storia è sempre aperta

Certo siamo di fronte ad una grande sfida.

Una cosa e’ certa: le future generazioni vivranno in un Occidente molto diverso da quello nel quale noi siamo nati, cresciuti, ci siamo formati, lo abbiamo difeso e preso come modello da poter esportare.

E non sarà un Occidente migliore.

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