Lollobrigida ha ragione.
Non è un razzista, soltanto un patriota. Il problema è che c’è veramente in Italia una caccia alle streghe. Una politica di violento controllo del linguaggio, che sta sempre più assomigliando ai peggiori regimi inquisitori.
La buona immigrazione
Il Ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, è stato chiarissimo nel parlare in positivo di una immigrazione di tipo legale. Ovviamente questa è l’antitesi, ed è inconciliabile con quella illegale. Ma dunque riconoscendo il valore di un’immigrazione controllata, non può essere certo xenofobo.Anche perché egli stesso ammette di non dividere gli italiani in razze, ma porta avanti il concetto di etnia.
Le etnie esistono e sono lontane parenti delle razze. Sono comunità, fondate sulla società, sui costumi, sulla cultura, sulla storia e sulla lingua comune. Da lui, la razza non è mai stata citata. Una persona può nascere italiano, o diventare italiano per l’adesione a quei valori culturali, sociali, a quella comunità umana che una persona con la formazione di Francesco Lollobrigida cerca di difendere.
La sostituzione etnica
Non bisogna essere complottisti, o aderire ad assurdi e grotteschi presunti piani, per rendersi conto che la sostituzione etnica nella storia è sempre esistita. Anche in epoca moderna. È stato accusato Vladimir Putin di portarla avanti nel Donbass. È stato lo stesso Lollobrigida a prendere, giustamente, le distanze ed a condannare, il tentativo di impiantare una cultura ed una popolazione unicamente italiana nel Sudtirol, da parte del regime fascista.
Il ministro ha sottolineato un problema reale.E non c’è assolutamente bisogno di andare a ricercare , tesi fantasiose. Un palese riscontro lo troviamo nelle parole pronunciate dall’ex presidente algerino all’assemblea delle Nazioni Unite nel 1974 : “Il ventre delle nostre donne ci darà la vittoria”.
Ne vediamo un esempio lampante , dalle parole di volte ai turchi residenti in Europa da Erdogan ““Fate cinque figli, il futuro dell’Europa è vostro”.
Se Dunque in Occidente ci scandalizziamo, ad Oriente di questo si parla come di una prospettiva concreta.
La soluzione
Continuare a mentire, può portare la peggiore delle menzogne ad essere ritenuta come la pura verità. Fu la tecnica adottata cinicamente da Joseph Goebbels.
È esattamente il metodo che stanno adottando i vassalli dell’egemonia culturale, sulla stampa, nelle scuole, nelle università. Mettono all’indice qualunque cosa sia difforme, in questo caso, dalla folle narrazione che un’immigrazione incontrollata, sia la panacea di tutti i mali dell’Occidente.
Francesco Lollobrigida semplicemente esposto una soluzione differente. A mio avviso estremamente più razionale. Cercare di selezionare un’immigrazione legale e di qualità, che possa portare ad un’integrazione concreta, e gli italiani a fare più figli.
Per questo il governo si sta muovendo nella direzione di rimuovere gli ostacoli, soprattutto di carattere economico, che impediscono agli italiani di procreare.
Di che accusarlo?
È difficile accusare di razzismo un uomo che anni fa si è recato ad Auschwitz, ed ha sempre tenuto un atteggiamento non ambiguo in difesa dello Stato di Israele. Oppure un uomo che ammette apertamente di tifare la maglia e non guardare il colore della pelle di un giocatore della Nazionale. Questo è Francesco Lollobrigida.
È però anche un uomo che difende l’Italia, ed il futuro della Nazione. Vuole che ci sia domani ancora un’Italia. Anche perché, se il paese fosse riempito di persone che, si identificano con un’altra lingua, una storia e una cultura differenti. Persone che magari arrivano ad ottenere la cittadinanza, senza condividere i valori alla base del sentire comune. Se queste persone diventassero maggioranza, questo territorio potrebbe allora chiamarsi geograficamente Italia. Ma non sarebbe più la nostra Italia.
In una bella intervista oggi al Corriere della sera, il ministro in merito ha affermato: “se siamo italiani e pensiamo che i nostri valori debbano essere tutelati dobbiamo difenderli, con la nascita di bambini così fortunati da venire al mondo in Italia. Senza ostacolare l’integrazione, ma senza cancellare la nostra cultura a vantaggio di altri . Si può diventare italiani anche venendo qui, lavorando, apprezzando il nostro modello e giurando sulla costituzione, pietra miliare che distingue i cittadini dal resto”.
Qui non si tratta di razzismo, o di complottismo, ma di buon senso.
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