Da venerdì 12 marzo è in vigore la nuova ordinanza del Sindaco di Firenze in materia di alcolici e consumo degli stessi in luoghi pubblici.
La violazione di questi divieti è punita con una sanzione amministrativa compresa fra 400 e 1000 euro.
L’intento è quello di limitare gli assembramenti ed il contagio da Covid 19. Ma al solito è un pasticcio pdiesco e nardelliano.
Le misure
Partiamo dal fondo.
Dal venerdì alla domenica dalle 16 alle 22 è disposta una limitazione dell’accesso che comporta il divieto di stazionamento per le persone in alcune zone del Comune.
Sono le zone della movida, naturale occuparsi di esse, com’è facile pensare che altre saranno individuate da chi vuole sostare all’aperto. Se si vuole stare insieme, una piazza vale l’altra, già sanzionare la sosta in alcune e non in altre è quantomeno bizzarro. È assembrarsi che non è salutare, non il dove. Firenze è tutta bellissima, almeno dove non arriva la Tramvia.
È fatta salva l’attesa in coda per poter accedere agli esercizi pubblici ed agli esercizi commerciali legittimamente aperti nel rispetto delle distanze minime interpersonali – con possibilità di attraversamento consentita per accedere agli esercizi pubblici ed agli esercizi commerciali legittimamente aperti nonché alle abitazioni private ed agli uffici pubblici e privati compresi nell’area, e per il deflusso.
Le zone interdette sono le seguenti.
– Piazza Beccaria (esclusa), Borgo La Croce, piazza Sant’Ambrogio, via Pietrapiana, via Giuseppe Verdi, via dell’Agnolo, viale della Giovine Italia (escluso);
– Piazza SS. Annunziata;
– Piazza S. Spirito, via dei Michelozzi (tratto da Piazza S. Spirito a Borgo Tegolaio), via del Presto di San Martino (tratto tra Borgo Tegolaio e Via de’ Coverelli);
– Piazza Strozzi, via degli Anselmi, via dei Sassetti, piazza dei Davanzati, via Pellicceria, piazza della Repubblica, via dei Brunelleschi, via di Porta Rossa (tratto compreso fra via Pellicceria e via Monalda), via Calimala (tratto tra via di Porta Rossa e piazza della Repubblica), via dei Lamberti (tratto tra via Pellicceria e via Calimala), via dei Cavalieri, via San Miniato fra le Torri.
I divieti di vendita
Nei medesimi giorni ed orari è disposto il divieto di consumo di bevande alcoliche nelle vie, piazze ed altri spazi pubblici o aperti al pubblico, nell’intero territorio comunale.
Ok. E gli analcolici? Mi state dicendo che se sosto con una bottiglia di birra sono passibile di sanzione e se ho una lattina di Coca Cola no? E se nella lattina ho messo anche un po’ di Rhum?
Che differenza c’è? Mica mi faranno il palloncino anche a piedi? O arriveranno i Nas ad analizzare il sordido liquame?
Augurandoci che a nessuno venga l’idea di analizzare il contenuto della bottiglietta di Gel sanificante che abbiamo tutti in tasca: lì l’alcool è minimo al 96%.
Soluzione: tutti nelle piazze non vietate con la bottiglietta d’acqua. Saremo sobri ed assembrati, non passibili di sanzione, parrebbe, per questa ordinanza. Il Covid si trasmette solo se ci assembriamo avvinazzati? Gli astemi sono salvi, che Iddio li abbia in gloria.
Stiamo estremizzando, ovvio, ma il senso di fare distinzioni capziose tra piazze, alcolici o analcolici qual è? Se assembrarsi non si può, basti dire questo e farlo rispettare con i controlli. Fare questioni di lana caprina serve solo a creare equivoci.
Continuiamo.
A partire dal 12 marzo, quindi, ogni venerdì, sabato e domenica dalle 16 alle 22 nell’intero territorio comunale è disposto il divieto di vendita di bevande alcoliche, effettuata in qualsiasi forma.
No negli esercizi pubblici di somministrazione per asporto, no negli esercizi commerciali di vendita al dettaglio di generi alimentari.
Neppure negli operatori su area pubblica che vendono generi alimentari, siano operatori della grande distribuzione, o mediante distributori automatici. Niente. Scordatevi l’alcool.
Salva, attenzione, la possibilità di consegna a domicilio, nell’intero territorio comunale.
Quindi io non posso comprare alcolici, neppure al supermercato dalle 16, ma se li compro fino alle 15.59 mi è consentito caricare l’auto di millemila bottiglie che poi consumerò. Solo a casa in teoria, in pratica in qualunque posto che non sia pubblico.
E se sono alla cassa e scattano le 16, il branzino stasera, a casa da solo, lo mangerò annaffiato d’acqua minerale? Magari gassata, l’ordinanza su questo punto non si pronuncia. Per adesso almeno. Ma potrebbe farlo in futuro, anche sui gusti dei succhi di frutta. Attenzione.
Non solo. Il Delivery funziona anche dopo le 16. Quindi se telefono all’alimentari in Piazza Beccaria mi posso fare recapitare una birra? Solo a casa o anche in altro luogo? E all’angolo di Piazza Beccaria? Solo una o anche cento?
Via rider sì, comprarle alla Coop no.
Quindi ho capito: il Müller-Thurgau per il mio branzino, dopo le 16, me lo devo fare recapitare con il motorino.
Oppure una bottiglia di Rhum, con cui correggere la Coca Cola, con la quale posso stare all’aperto anche dopo le 16. Anzi no, è alcool. Orrore, vizioso assembramento alcolico.
Posso assembrarmi solo consumando analcolici, anzi neppure quello; la birra appena acquistata alle 17 con il delivery, mi espone al rischio di Covid e quindi mi tocca buttarla? Oppure bermela a casa, meglio se con le serrande chiuse, non si sa mai.
Ma solo fredda o a temperatura ambiente?
E se sono, da solo, in Piazza della Passera, per digerire il branzino che a questo punto mi è rimasto indigesto, se bevo una Sprite va bene, ma se tiro fuori la fiaschetta, sempre da solo, con l’amaro Montenegro devo pagare 400 euro? Ma perché? Sempre solo sono, come il mio branzino. Cosa cambia?
Che confusione.
Beviamoci sopra.
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