*L’Overtourism a Firenze: Sfide e Opportunità per la Ristorazione Locale*

Panico da Coronavirus, effetti sul turismo

*L’Overtourism a Firenze: Sfide e Opportunità per la Ristorazione Locale*

Situazione Generale

Negli ultimi anni, Firenze ha visto un afflusso crescente di turisti, una tendenza che ha portato al fenomeno dell’overtourism. Questo aumento esponenziale di visitatori ha iniziato a influenzare negativamente la qualità della vita dei residenti e la ristorazione locale, creando una serie di sfide significative per i ristoratori fiorentini.

Un caso emblematico di questa situazione è la chiusura del ristorante “Essenziale” di Simone Cipriani

Lo chef ha deciso di chiudere il suo locale a causa dell’overtourism e della perdita di integrità nella ristorazione. Cipriani ha sottolineato come l’invasione turistica stia compromettendo la qualità del servizio e la genuinità dell’esperienza gastronomica, spingendo molti ristoranti a puntare su offerte di bassa qualità per soddisfare un turismo mordi e fuggi.

Opinioni Contrapposte

Le opinioni tra i ristoratori fiorentini sono divise. Alcuni vedono il turismo come una manna dal cielo, una fonte costante di clienti e guadagni.

Altri, come Cipriani, considerano questo afflusso problematico, poiché comporta una riduzione della qualità della vita e del cibo offerto. La crescente pressione del turismo di massa rende difficile mantenere alti standard qualitativi e preservare l’identità culinaria locale.

I social media hanno ulteriormente complicato la situazione

Le piattaforme come Instagram e TikTok promuovono spesso immagini distorte della cultura locale, esaltando piatti “instagrammabili” a scapito della tradizione e della qualità. Facendo della tradizione culinaria una realtà grottesca, questa influenza distorsiva ha portato a un aumento delle offerte di bassa qualità, con molti ristoranti che si adattano alle tendenze virali piuttosto che mantenere l’integrità culinaria.

Il fatto che la città non da ora ma da almeno un ventennio si sia andata spopolando dei propri cittadini rendendola nella migliore delle ipotesi un’enorme b&b e nella peggiore terreno di conquista di una movida senza controllo terreno di conquista di spaccio e microcriminalità porta ancora una volta alla luce forse il vero vulnus cioè la mancanza di spazi per Residenti e ancora più la mancanza stessa di residenti.

Si perché l’ unico modo per proteggere l’identità locale è garantire degli spazi sicuri per i cittadini, è necessario un approccio equilibrato, certo la delibera comunale che vuole impedire il proliferare di b&b non solo sembra inutile, ma anche tardiva, chiudere le stalle quando i buoi sono usciti non ser e, anzi.

A nostro avviso la città deve trovare un modo per coniugare il turismo con la qualità della vita dei residenti, preservando al contempo l’autenticità della propria offerta gastronomica e consentire ai cittadini di poter vivere dignitosamente anche in centro, ma ormai sembra missione impossibile da poter essere portata a termine.

Il candidato Eike Schmidt alle ultime amministrative aveva non a caso proposto di includere in caso di vittoria politiche mirate a limitare i flussi turistici in alcune aree e a promuovere luoghi meno conosciuti

Il Covid-19 non ha portato a cambiamenti significativi nelle abitudini dei clienti locali,sotto il profilo della sicurezza igenica. Piuttosto molti ristoratori hanno dovuto adattarsi a all’incremento della microcriminalità in molti casi furti e microcriminalità li hanno resi vittime preferite.

l’overtourism, diverse soluzioni sono state proposte: regolamentazione dei flussi turistici,come la ricerca di mete alternative, ma il problema sembra essere più che l’ eccesso di richiesta la mancanza di un’ offerta adeguata.

Troppa è la competizione e in molti casi è inevitabile che vi sia un’ offerta per così direi meno ricercata e più commerciale.
In altre parole la qualità va cercata ma visti i costi di gestione ad alto costo, gli affitti dei locali sono eccessivi , il personale è difficile da trovare e questo va a discapito inevitabilmente della qualità che diventa troppo cara da mantenere per un turismo di massa che la travolge come un’ onda in piena.

Ecco perché molti ristoratori che non vogliono rinunciare alla qualità e che fanno della loro attività una passione e scopo di vita e che non desiderano piegarsi alle logiche di mercato rinunciando alla qualità intesa come genuinità, tradizione, ricercatezza e passione hanno deciso o stanno decidendo di spostare la propria attività fuori dalle mura, per poter continuare la loro tradizione.
Interessanti sono gli esempi di successo di ristoranti situati in zone rurali della Toscana, che prosperano grazie a un focus su qualità della vita e sostenibilità. Questi locali dimostrano come sia possibile coniugare un’offerta gastronomica di alto livello con un turismo più sostenibile e rispettoso delle tradizioni locali.
Almeno per ora.

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