L’Unione Associazioni Italia Israele (UAII): quanto accaduto oggi in Libano sia l’occasione per rivedere la missione UNIFIL e non un’occasione per criminalizzare ancora una volta Israele, che ha richiesto alle forze ONU nell’area di rimanere in spazi protetti prima di intervenire.
Il mandato ricevuto con la risoluzione 1701 da UNIFIL nel 2006 e dalle forze di interposizione di procedere al disarmo di tutti i gruppi armati in Libano per garantire la sicurezza e la stabilizzazione dell’area si è rivelata completamente fallimentare, non avendo affatto impedito in questi diciotto anni la militarizzazione di Hezbolla e la cessazione delle ostilità nei confronti di Israele, verso il quale dall’8 ottobre 2023 sono stati lanciati 12.400 razzi, costringendo settantamila profughi israeliani residenti nel nord del paese a lasciare le loro case, oltre a causare la distruzione di tutte le coltivazioni circostanti al confine con il Libano
L’organizzazione terroristica di Hezbollah opera all’interno e in prossimità delle aree civili, comprese le postazioni UNIFIL, che di fatto sono diventate veri e propri scudi per le basi militari di Hezbolla e dei terroristi che dovrebbero disarmare. La missione UNIFIL in tali aree in tutti questi anni anziché assolvere al proprio mandato di sicurezza – già costato 10 miliardi di dollari – sta solo mettendo a rischio la vita dei nostri soldati.
Non essendo attualmente le nostre forze di interposizione in condizione di ottenere alcun obiettivo di pacificazione e/o militare dell’area auspichiamo che lo Stato italiano ne disponga al più presto il ritiro per salvaguardare l’incolumità dei nostri militari che si trovano ad operare in un teatro di guerra.
Celeste Vichi
Presidente Unione Associazioni Italia Israele (UAII)
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