L’universalità del presepe. Non tutti sanno che Papa Francesco, nella prima Domenica di Avvento del 2019, ha firmato la lettera apostolica Admirabile Signum. E non casualmente è stata sottoscritta proprio a Greccio, la “casa” del presepe.
Motivo di profonda riflessione le parole usate nel testo: “Esso (il presepe) racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi».
È dunque un segno che parla dell’esistenza di ciascuno, oltre lo spazio storico ed il tempo che ci è dato vivere. Sotto ogni latitudine, il cielo stellato che squarcia il buio della notte annuncia la presenza Dio che illumina tutti coloro che attraversano le tenebre della sofferenza.
Il Papa
«Pensiamo a quante volte la notte circonda la nostra vita» – ricorda il papa – «alle tante domande che spesso si affacciano in momenti decisivi della vita: chi sono io? Da dove vengo? Perché sono nato in questo tempo? Perché amo? Perché soffro? Perché morirò? Per dare una risposta a questi interrogativi Dio si è fatto uomo».
Il presepe, quindi, è segno di speranza, di quella novità di vita che Gesù è venuto a portare in mezzo a un mondo che, dinanzi alla sua decadenza, non cessa di invocare dalle recondite profondità interiori, consciamente o in modo inconscio, un nuovo supplemento d’anima che venga a guarire e ricostruire.
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