Ma come era quella storia che Giorgia Meloni era fascista?
Visto che la sinistra continua a ripeterlo a spron battuto, urbi et orbi e in ogni occasione, il povero cittadino, bombardato da tale propaganda assillante, potrebbe persino crederci.
D’altra parte, non più di pochi giorni fa, il segretario del maggior Sindacato italiano parlava, a proposito del Governo Meloni, di una evidente torsione autoritaria in danno dei lavoratori e dei cittadini tutti
E, comunque, da due anni a questa parte, cioè da quando il centrodestra ha vinto le elezioni politiche, non si sente parlare d’altro che di ritorno del fascismo. Ogni atteggiamento, ogni pensiero, ogni parola, che mette in discussione e sottopone a critica la visione del mondo progressista e radical chic è tacciata di fascismo (con i vari ammennicoli linguistici che di solito accompagnano l’etichetta).
Il fascismo è oramai divenuto una categoria antropologica, non un movimento storico politico e ideologico
Un abito per tutte le stagioni e una clava per bastonare, con metodi comunicativamente fascisti, chi osa opporsi al pensiero unico progressista. E, ovviamente, il primo imputato dell’accusa di fascismo eterno è proprio il Governo cui non si perdona una visione del mondo puramente e semplicemente conservatrice.
D’altra parte che Meloni e il gruppo dirigente di Fratelli d’Italia siano distanti anni luce dal fascismo lo si evince ormai pubblicamente da ogni dichiarazione rilasciata. Dalla stessa premier a Giovanni Donzelli (che ha espressamente dichiarato che “se fossi vissuto ai tempi del fascismo sarei stato contro il fascismo”) e via via tutti i più alti dirigenti, tutti hanno professato la propria totale distanza dalla dittatura mussoliniana.
Ne dava conto anche Gianfranco Fini recentemente ospite di una iniziativa culturale sulla Destra Italiana a Sesto Fiorentino, sottolineando come Giorgia Meloni si situi in perfetta continuità con le tesi di Fiuggi e l’abbandono totale di ogni forma di nostalgia per il Ventennio
Persino un eminente intellettuale di area progressista – Massimo Cacciari – ha stigmatizzato questo antifascismo da operetta utilizzato come foglia di fico per mascherare il vuoto pneumatico di idee, visioni della società, battaglie della attuale sinistra. Purtroppo invano. Non è stato ascoltato e ci tocca subire le perenni giaculatorie antifasciste sovente perpetrate con metodi fascisti.
Ebbene questa fantasiosa narrazione viene smentita, qualora ve ne fosse bisogno, da un gravissimo episodio la cui diffusione mediatica si trova oggi su tutti i giornali
Un’approfondita inchiesta portata avanti dalla Digos di Napoli e dalla Digos di Bologna dal 2022 a oggi, ha sventato nientemeno che un tentativo di attentare alla vita del Presidente del Consiglio conducendo all’arresto 12 persone appartenenti a una organizzazione neonazista dall’himmleriano nome di WerWolf Division (Lupi Mannari) in onore alla analoga divisione delle SS.
Questa combriccola non proprio allegra aveva progettato l’omicidio di Giorgia Meloni ricorrendo a un cecchino piazzato nell’Hotel posto innanzi a Palazzo Chigi
Un colpo alla testa e via! Questo era il piano. Sembrerebbe una cosa da ridere, ma in verità si tratta di un progetto serio, coltivato a suon di appostamenti, pedinamenti, studio del territorio per trovare il punto ideale dove compiere il misfatto. Tutte condotte gravi dotate di un evidente carico di pericolosità che ha giustamente allertato gli inquirenti. Dopo più di un anno di indagini è emerso un sottobosco malvagio di estremismo neonazista che si nutre di ideologie folli che si propaga grazie ai social e al dark web. Un contesto ibrido e un network diffuso con evidenti agganci internazionali che collega l’estremismo di destra al terrorismo islamico con pericolosi punti di contatto persino con l’estremismo di sinistra, in nome dell’antisemitismo.
Un quadro preoccupante di gruppi pronti a tutto, che comprendono giovani e giovanissimi – a dimostrazione del fatto che l’estremismo neonazista è un problema culturale e criminale che non necessariamente affonda le radici in un mero nostalgismo storico – composto da criminali, soggetti deliranti, complottisti e isolate vecchie conoscenze del mondo estremista bolognese. Si tratta, di gente per lo più nuova e sconosciuta persino al tradizionale neofascismo nostrano che ne ha preso le distanze
Insomma, gente pericolosa, in confronto alla quale Casa Pound e Forza Nuova appaiono come folkloristici dilettanti allo sbaraglio.
Ma perché questi soggetti avrebbero preso di mira Giorgia Meloni? Quale sarebbe la colpa ascrittale da questi fanatici assassini? A giudicare dalle intercettazioni telefoniche operate dagli inquirenti, i capi di imputazione sarebbero quelli di essere “filoatlantista”, “concubina di Sion”, “traditrice”, “strega” “persecutrice di fascisti” e altre amenità simili. Insomma, in sintesi, si accusa la Meloni sostanzialmente di non essere fascista e di aver demolito tutti i tradizionali totem dell’estrema destra. Dall’antiamericanismo, all’antisionismo al filo-islamismo, tutte le componenti ideologiche dell’estrema destra sono state smantellate dalle prese di posizioni coraggiose del Governo Meloni che attestano la natura pienamente e compiutamente democratica della destra italiana.
Quindi, insomma, i fascisti tengono a far sapere – seppur per violenta ammissione – che Giorgia Meloni non è fascista. L’episodio è grave ma la fonte è (tragicamente) autorevole. Insomma se i fascisti dicono che non sei fascista, vuol dire che proprio non sei fascista
Ed è assolutamente vero. Oggi, il vero argine alla destra estrema è proprio la destra di Giorgia Meloni, proprio per i valori che essa rivendica e porta avanti. Valori che sono tipici di una destra conservatrice sul modello di quella inglese e che sono violentemente vituperati dall’estremismo. Proprio l’adesione piena ai valori atlantici, la visione economica liberista, l’appoggio a Israele costituiscono la propria provata che la destra di Meloni è una destra antiestremista, la peggior nemica del fascismo.
Due destre opposte, irriducibili nemiche e assolutamente inconciliabili. Insomma, a fronte di una estrema destra cattiva, violenta e pericolosa, la destra di governo è una buona destra, unico argine contro l’estremismo neofascista e neonazista!!!
Appunto, la prova provata che la sinistra sbaglia completamente quando parla di “pericolo fascista” in Italia
Un duro colpo per chi ciancia continuamente del ritorno del fascismo a proposito di questo Governo. Un improvviso “flash” che dovrebbe risvegliare da fantasmagorici e posticci incubi quella sinistra lontana anni luce dalla realtà; quella stessa sinistra che accusa gli altri di fascismo ma poi si rivela ambigua sul fascismo islamista, sui centri sociali che inneggiano a Sinwar, sulle manifestazioni antisemite ecc.
Insomma, tornare con i piedi per terra e guardare la realtà al netto delle deformazioni ideologiche non farebbe male a costoro!
Ma a giudicare dalle prime reazioni del mondo progressista, non sembra proprio che queste conseguenze siano chiare, né tantomeno che si voglia abbandonare quell’impostazione ideologica dietro la quale ormai questo si trincera in modo persino imbarazzante. A ieri, non emerge alcuna dichiarazione della sinistra in solidarietà di Meloni. La responsabile legalità del PD nel lodare la magistratura per l’inchiesta e nell’agitare lo spettro nazista, evita rigorosamente di citare Giorgia Meloni, figuriamoci di tributarle solidarietà.
Su Repubblica, Paolo Berizzi nell’indicare tutti i nemici del neonazismo, omette di citare Giorgia Meloni (sic!), figuriamoci di tributarle solidarietà
L’ex Sindaco di Bologna Merola, se la cava con una supercazzola stile Conte Mascetti. Insomma nessuna voce si alza a difesa del premier.
Una vergogna!
L’estremismo è un pericolo serio da qualunque parte provenga, e cavalcare un clima d’odio politico e di polarizzazione radicale e ideologica è estremamente pericoloso. Una miccia che una volta accesa divampa senza possibilità di controllo. La diffusione ad arte dei fake news, le ricostruzioni posticce e superficiali, imbevute di ideologia fine a se stessa che tracimano dai social, e trovano sponda in vari contesti persino istituzionali, avvelenano i pozzi mettendo a rischio le fondamenta della stessa democrazia occidentale. Sarebbe l’ora di prendere atto di questo e di adeguarsi di conseguenza.
Strumentalizzare a fini di parte ogni cosa è pericoloso oltre che idiota, e le conseguenze potrebbero essere davvero inaudite.
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