Ma Conte conta? O conterà?
Belle domande alle quali occorrerebbe dare belle risposte. Sicuramente Giuseppe Conte è in una situazione di vantaggio. Vantaggio perché in questo momento non è leader di un’opposizione priva di progettualità.
Poi soprattutto c’è la volta’ nel Partito Democratico di creare il campo largo. Campo largo che se da una parte viene dipinto come utopico, è per forza di cose necessario, se la sinistra vuole cercare di vincere le elezioni.
Il vantaggio del professore
Conte è alla guida di un movimento sgangherato e spesso considerato di inadeguati barbari.Ma, qualsiasi cosa si voglia dire di lui, nessuno può negare il suo valore come accademico. Una certa presenza ,abilità ed il fatto che abbia autorevolezza rispetto alla nostra grande maggioranza della classe dirigente del suo movimento. Questo non è poco.
Inoltre il suo contenitore per tanti aspetti poco strutturato è ottimo per gli scopi di un politico che è necessario ricercare per poter vincere le elezioni. Innanzitutto il suo contenitore è appoggiato da persone che sono dispostissime a stare all’opposizione.
Scegliere di restare fuori dalla stanza dei bottoni non ne minerebbe la leadership, interna. Anzi paradossalmente né aumenterebbe la popolarità.
È messa invece molto peggio il Elly Schlein.
Il suo partito ha una classe dirigente che scalpita per tornare al potere. Il PD è un partito di potere, di Palazzo. L’anima movimentista serve soltanto a raccogliere preferenze per giustificare l’esistenza dell’apparato. L’apparato vuole essere soddisfatto.
Dunque Conte non ha una classe dirigente che scalpita a tutti i costi per tornare al governo. Di conseguenza può alzare il prezzo dell’alleanza. Tanto più che l’elettorato pentastellato digerisce male le coalizioni.
Altro punto di vantaggio
Gli elettori pentastellati non amano le coalizioni. E questo, paradossalmente,è ancora meglio per Giuseppe Conte.
Poiché, per recuperare quei voti necessari, è fondamentale che l’eventuale alleanza non appaia tanto un compromesso quanto una vittoria del movimento sugli altri. Quindi la questione della leadership è ancora più importante.
Se c’è Giuseppe Conte alla guida della coalizione di centro-sinistra è molto più facile che i pentastellati delusi andranno a votare.
Le europee sono una mamma
Sono benedette le europee. Benedette dal SIGNORE per Giuseppe Conte.L’ultimo sondaggio di Porta a Porta, ha confermato la tendenza che più o meno tutti i sondaggi stanno confermando in questo paese. Il PD continua a scendere e la distanza con il Movimento di Conte è di circa un punto. Poco o niente.
La bestia nera del MoVimento Cinque Stelle sono le elezioni amministrative. Perché, salvo che in alcuni sporadici eccezionali episodi come Roma e Parma, non sono mai riusciti a fare la differenza.
Lì si sconta la pessima strutturazione di MoVimento e soprattutto la complessiva inadeguatezza della classe dirigente locale.
Ma le elezioni europee sono un’altra cosa. Emma Bonino nel 1999,con alcuni spot pubblicitari che ne chiedevano le elezioni al Presidente della Repubblica, totalmente impensabile, riuscì a capitalizzare un bel 10%.
Il tutto con una lista, che sarebbe valsa in condizioni normali, visto il suo inesistente radicamento, circa un punto e mezzo a livello nazionale.
Ora pensiamo se il nostro professore ruggente riuscisse a superare il Partito Democratico alle elezioni europee. Le amministrative sono elezioni locali, quale altro metro nazionale ci sarebbe da qui alle prossime elezioni politiche per stabilire chi è il leader della coalizione?
I sondaggi sono comunque opinabili!
Ma il risultato delle elezioni europee sarebbe un dato concreto.
Praticamente Conte, alla luce di cui i risultati tangibili, potrebbe essere il leader del primo partito dello schieramento, se si realizzasse il campo largo. Essendo già stato Presidente del Consiglio chi potrebbe impedirgli di essere il candidato?
Si, attualmente lo schieramento largo sarebbe più debole del centrodestra. Ma da qui a delle elezioni mancano ancora cinque anni. Se Conte si garantisce il sorpasso alle europee, il campo largo gli sarà pagato molto più caro.
Cosa potrà fare il Partito Democratico?
Inseguire un Renzi al 5% e giocarsi un Conte che avrà quattro volte i suoi voti?
Il professore a quel punto conterebbe.
Conterebbe eccome.
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