Ma la legge è uguale per tutti?
Il caso Todde arriva in Parlamento. Mentre i difensori della neo eletta e “in odor di decadenza” affilano le armi in Tribunale, lo scontro si sposta in campo politico.
L’onorevole Dario Giagioni della Lega, ha richiesto al Ministro degli Affari Regionali Calderoli un’informativa urgente riguardo il caso Todde
In particolare il parlamentare ha richiesto se anche le Regioni a Statuto Speciale devono seguire le norme generali dello Stato Italiano nel campo specifico della rendicontazione finanziaria dei candidati.
Richiesta analoga è stata portata avanti anche dal deputato Francesco Mura di Fratelli d’Italia. Nel suo intervento ha parlato senza tanti preamboli “di superamento della decenza”.
Si profila quindi, a causa del “pasticciaccio di Cagliari”, uno scontro istituzionale senza precedenti. Da una parte il CentroDestra che chiede chiarimenti e spiegazioni al Governo, e auspica presto l’allontanamento della Todde
Dall’altra le opposizioni, in primis i 5 Stelle, che parlano di strumentalizzazioni politiche.
Sta di fatto che le irregolarità amministrative sono stata accertate. Il rendiconto non è stato presentato, il conto dedicato non aperto e vi sono anche importi “ballerini”, oggetto di indagini della Magistratura.
In aula alla Camera dei Deputati, in attesa quindi del pronunciamento del Tribunale di Cagliari, si sta analizzando la questione “Sardegna”
La rendicontazione dei candidati è un obbligo di legge. I difensori della Todde fanno quadrato attorno alla neo eletta. Si chiedono se la norma delle rendicontazioni siano oggetto di applicazione anche alla Sardegna, Regione a Statuto speciale.
La questione non è di poco conto. Il dibattito è squisitamente giuridico. Le leggi dello Stato italiano sono valide immediatamente in un territorio a Statuto Speciale o devono essere di fatto in qualche modo “recepite”?
La norma sulla rendicontazione delle spese dei candidati, tra l’altro fortemente voluta proprio dalla sinistra per i finanziamenti Fininvest a Silvio Berlusconi, non dà adito a molti dubbi.
Ogni candidato, dal consiglio di Quartiere al Parlamento Europeo, deve riferire in maniera trasparente quali costi ha sostenuto e quali/quanti finanziamenti ha ricevuto e da chi. Chi non lo fa entro i termini previsti dalla legge, decade dall’incarico e può incorrere in sanzioni amministrative e/o penale a seconda della gravità dei fatti.
Alessandra Todde in questo caso dovrebbe decadere immediatamente dall’incarico di Governatore della Sardegna. Al contempo devono essere indette nuove elezioni amministrative.
Se si pone quindi il dubbio che tale norma non possa essere applicata in territorio sardo, allora c’è da chiedersi quali legge della Stato italiano potrebbe esserlo
La questione, aldila’ del caso Todde, avrebbe serie conseguenze amministrative e giudiziarie, non solo della Sardegna ma di tutte e cinque le Regioni a Statuto speciali italiane.
Fin qui siamo nell’alveo della normale dialettica giuridica, Si arriva invece direttamente alla “farsa” il modus operandi della difesa che fa leva sul principio della discriminazione di genere.
Affermare che l’attacco a Alessandra Todde sia stata creata perchè “donna” è un insulto a tutto il genere femminile.
Nel caso Todde non c’entra assolutamente niente la differenziazione fra sesso femminile o maschile
La fattispecie poteva coinvolgere indifferentemente un generico “Alessandro Todde” o, come è successo, Alessandra Todde.
Avrebbe lo stesso impatto, tipo… “utilizzo il telefonino cellulare mentre guido, ma sono donna e dunque non possono togliermi la patente, non perchè ho sbagliato, ma perchè è una discriminazione per tutto il genere femminile”
Io, come donna non posso che sentirmi indignata di fronte a simili esternazioni!
Dobbiano ricordarci che la legge è uguale per tutti, uomini, donne, fluidi, ricchi, poveri, neri e bianchi!
Ritornando alle tesi della difesa, il gruppo di avvocati della Todde sta cercando di deligittimare il collegio elettorale della Sardegna. Soprattutto viene affermato che il collegio non ha tra le sue completenze quello di emettere l’ordinananza per la decadenza della Todde.
Il cavillo infatti a cui i legali si attaccano è che, se per i consiglieri la legge è chiara e la competenza del collegio elettorale legittimata, non è così per la carica di Presidente, in quanto il candidato Presidente comunque è consigliere per diritto e non per elezione
Tesi anche questa che desta molte perplessità, ma che quantomeno dovrebbe sottostare a un pronunciamento nel merito.
La strada è ancora lunga. La Magistratura farà il suo corso.
Leggi anche:
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT