Ma quanto è brutta la tuta Armani degli atleti italiani alle Olimpiadi Tokyo 2020 del 2021.
Non me ne vogliano i fashion addicteds e bloggers, che peraltro vanno in giro conciati in maniere improbabili calzando ciabatte di gomma da 400 euro.
Roba da gonzi.
Da Luisa Via Roma trovi la tuta Emporio
Navigando sui siti delle boutique più in, la tuta Armani costa 250 Euro. Stesso prezzo anche sul sito ufficiale di Emporio Armani.
Le descrizioni sono ovviamente entusiastiche e sognanti: cercare di giustificare quel Pac-Man Tricolore sulla pancia, onestamente deve essere un esercizio retorico mica da poco.
Leggiamo.
“Vivi le emozioni delle Olimpiadi di Tokyo 2020 con la speciale capsule collection dedicata.”
E vabbè viviamo le emozioni, magari in taglie che non rivelino le nostre doti atletiche alternative di velocisti al barbecue o al buffet di ferragosto.
“EA7 veste gli atleti del Team Italia condividendo con gli atleti la stessa passione e lo stesso spirito di squadra. Nella capsule è inclusa questa tuta realizzata in felpa composta da felpa fullzip con maxi-stampa Italia sul retro e pantaloni jogger con vita elasticizzata, fondo caviglia elasticizzata e dettagli tricolore.”
La spiegazione della torta tricolore
Bene, ora però arriva la spiegazione del grafico a torta sulla pancia degli atleti: ed è involontariamente esilarante.
“L’esclusiva grafica che personalizza i capi è un omaggio alla cultura giapponese: il Sol Levante, simbolo del Giappone, viene reinterpretato con i colori del Tricolore, mentre la scritta ITALIA, ricreata con caratteri che richiamano la scrittura Kanji, racchiude al suo interno il riferimento al Torii, il tradizionale portale d’accesso ad un luogo sacro.”
Ah, ok: era il Sol Levante; e io che avevo creduto che fosse la reinterpretazione del faccione di Doraemon, il SuperTeleGattone giapponese, che ammiccava felice e pronto a tirare fuori qualcosa di sorprendente dal suo marsupio. Sempre anime del Sol Levante è.
Non me ne voglia la maison Armani, ma stavolta proprio la sua creazione non mi piace.
Peraltro, sono sicuro che se ne faranno una ragione.
Perché, in fondo, se l’esito di una tuta onestamente bruttina ed imbarazzante, è una cascata di medaglie come quest’anno, faremo buon viso a cattivo gioco, è lo scotto da pagare: che la loro matita sia prodiga di altre amenità tra quattro anni. Anche se tremo a pensare cosa possano escogitare.
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