MADURO BATTE CASSA

Venezuela's President Nicolas Maduro flashes the victory sign after being sworn-in for his second mandate, at the Supreme Court of Justice (TSJ) in Caracas on January 10, 2019. - Maduro begins a new term that critics dismiss as illegitimate, with the economy in free fall and the country more isolated than ever. (Photo by Yuri CORTEZ / AFP)

MADURO BATTE CASSA

Mentre negli Emirati Arabi Uniti, precisamente a Dubai, è in corso la 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (cosiddetta Cop-28), finalizzata all’addio progressivo ai combustibili fossili e ai loro gas serra, il Venezuela di Nicolás Maduro va controcorrente.

Ma andiamo in ordine

Pochi giorni fa il Presidente Maduro ha indetto un referendum attraverso cui è stato chiesto alla popolazione di esprimersi sull’annessione al Venezuela della regione di Esequiba appartenente alla Guyana, Stato limitrofo.

Il quesito più controverso, il quinto, che chiedeva un appoggio alla proposta di creare uno Stato denominato Guyana Esequiba da integrare alla Federazione Venezuelana, è stato accettato con il 95,93% di ’sì’ contro il 4,07% di “no”

Naturalmente, Mohammed Irfaan Ali, primo musulmano a guidare uno stato sudamericano, la Guyana, appunto, ha voluto rassicurare la propria popolazione affermando: “noi difenderemo strenuamente quello che è nostro, in maniera tenace, nei limiti del diritto internazionale e della pace”.

Da sottolineare che tre giorni prima della vittoria del “si”, la Corte internazionale di giustizia dell’ONU aveva intimato al Venezuela di astenersi dall’intraprendere qualsiasi azione tesa a modificare l’attuale situazione nei territori contestati

Ufficialmente, la ragione che ha spinto Maduro ad organizzare questo referendum è legata non solo all’annosa questione sulla sovranità della Guyana, che è accusata, tra l’altro, di essere in combutta con gli Stati Uniti d’America, ma anche ad esigenze meramente elettorali. Va infatti ricordato che nel 2024 avranno luogo le elezioni presidenziali e la sua avversaria, di destra, Corina Machado, sta guadagnando punti ed elettori.

Ma veniamo a quanto affermato in premessa

La regione oggetto di questa disputa è una foresta pluviale; grande più della Grecia (abitata da 150000 persone), è attraversata interamente dal fiume Esequibo, corso d’acqua stracolmo di riserve tra cui rame, diamanti, ferro, bauxite, manganese, alluminio, uranio e soprattutto oro che contribuisce a formare una grossa fetta del PIL nazionale; inoltre, sono stati scoperti giacimenti di petrolio al largo delle coste della regione di Esequiba dalla compagnia statunitense ExxonMobil, diventata il dominus della politica energetica della Guyana.

In quella zona vi sarebbero, secondo le stime, 11 miliardi di barili di greggio

Ora, se tutti sono convinti della possibilità che ci possa essere un mondo totalmente alimentato da energia pulita e rinnovabile, circostanza testimoniata è garantita proprio dalla Conferenza delle Parti, ha ancora senso alimentare dispute, scontri, conflitti, per mantenere in vita l’attuale modello energetico prevalente che oltre a non essere sostenibile da un punto di vista ambientale crea disuguaglianze economiche e sociali?

E ancora, se nell’Esequibo non ci fossero risorse naturali cosi cospicue, questa disputa territoriale avrebbe la sua ragion d’essere?

Il tempo è un galantuomo e restituirà ciò che è dovuto, a tutti.

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