Magistratura travolta da inchieste e divisioni interne mentre il Presidente della Repubblica resta inerte
La magistratura è scossa da un terremoto senza precedenti. Scandali, spaccature, intercettazioni pubblicate, corruzione. Eppure colui che dovrebbe non solo essere il garante della Costituzione ma anche presiedere l’organo di autogoverno del potere giudiziario tace. E il silenzio di Mattarella sta iniziando a diventare assordante.
SCARCERAZIONE DEI MAFIOSI AL 41BIS
Lascia a dir poco stupefatti che il Presidente della Repubblica non abbia espresso il proprio pensiero sulla scarcerazione di massa dei mafiosi condannati al regime duro del 41bis. Lascia stupefatti non solo da un punto di vista giuridico. Ma anche da un punto di vista personale, visto che il fratello Piersanti fu freddato dalla mafia nel 1980. Eppure sarebbe stato quanto meno opportuno un suo intervento in un momento di polemiche al calor bianco.
GLI ATTACCHI A SALVINI
E, ormai, pare evidente che non interverrà neppure sulla questione Palamara. Le intercettazioni delle chat tra magistrati in un vero stato di diritto avrebbero avuto conseguenze enormi. Leggere magistrati che sostengono che Salvini avesse ragione per il blocco dei porti ma che dovevano comunque attaccarlo è di una gravità inaudita. Gravità che dovrebbe far sobbalzare dalla sedia il massimo garante della Costituzione. E invece il silenzio del Quirinale, anche su tale argomento, inizia ad assumere contorni inquietanti. Eppure l’articolo 98 della Costituzione parla chiaro. Quell’articolo in base al quale i dipendenti pubblici sono al servizio esclusivo della Nazione. E non di una parte politica o di qualche altro potere forte.
LA COSTITUZIONE “STROPICCIATA” DAI DPCM
Ma l’operato della magistratura non è l’unico argomento sul quale Mattarella avrebbe dovuto prendere posizione e invece ha taciuto. Si pensi alla sospensione di buona parte delle libertà costituzionali ad opera del governo nel corso della pandemia. Sospensione avvenuta attraverso continui atti amministrativi. In aperta violazione dell’articolo 23 della Costituzione che riserva alla legge la possibilità di imporre prestazioni personali o patrimoniali. Il Presidente è stato per anni docente universitario di materie giuridiche e giudice della Corte Costituzionale. Proprio un suo collega della Consulta, Sabino Cassese, ha avuto parole di fuoco sull’argomento. Sostenendo che il governo “ha stropicciato” la Costituzione. Cassese è stato seguito a ruota da altri costituzionalisti, compresa l’attuale Presidente della Corte. Ma Mattarella non ha ritenuto di dover intervenire neppure in questa polemica.
PERCHÉ MATTARELLA NON INTERVIENE?
Il ruolo del Presidente della Repubblica è un ruolo apparentemente di sola rappresentanza. Ma Presidenti del passato, come Cossiga e Scalfaro, hanno dimostrato che la carica possiede enormi poteri sostanziali. Poteri che Mattarella non può o non vuole utilizzare. E in un momento delicato come questo un’inerzia simile sta diventando seriamente preoccupante. Cosa attende il Quirinale ad intervenire? Perché finora non lo ha fatto? Sono domande che gli italiani si stanno ponendo e che per ora non trovano risposta.
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