Maitland Ward – La signora ha 2 milioni di dollari. Netti. Se li è fatti quasi tutti lavorando duro e sudando altrettanto. E ogni tanto orgasmando. Se li è fatti col porno. In soli 2 anni, guadagnandosi già col suo primo porno, il sadomaso “Drive”, l’Oscar quale miglior attrice protagonista. A oggi i premi sono diventati 11, compreso quello come Miglior porno personalità social.
Perché Maitland Ward, milfona 44enne, conta più di 2 milioni di followers tra Instagram e Twitter ma, molto più interessante, ha 700.000 abbonati al suo canale OnlyFans. Tutti fans disposti a pagare contenti per i suoi video porno. Denaro sonante che porta la signora a intascarsi – parole sue, a “TMZ” – mensilità pari a 6 cifre, e solo per il porno che rilascia su questa piattaforma.
Maitland Ward ha vinto
Stando così le cose, non ci sono dubbi: Maitland Ward ha vinto. Ha avuto ragione lei. Ha vinto e ha avuto ragione a fare quello di cui di lei si parla, sparla, si disapprova: Maitland ha fatto bene a lasciare Hollywood per il porno. A lasciare il cinema mainstream per fare il cinema quello porno, cioè per il cinema dove ogni atto sessuale non è falsato, e pene e lingua e mani entrano davvero, e dove il sesso è vero.
Ma così Maitland è diventata – in quanto donna – agli occhi e pensiero dei benpensanti, una m*gnotta. Dai, senza giri di parole: cosa hanno detto o meglio rimproverato a Maitland quando ha annunciato di buttarsi nel porno? Che era una pazza, una sconsiderata, e che Hollywood non gliel’avrebbe perdonata: col cinema “tradizionale” avrebbe chiuso. Per sempre. Che per lei non ci sarebbe stato mai più spazio, o una chance di ritorno.
E a dire che Maitland non ha scelto i film a luci rosse perché negli altri nessuno la chiamava più, essendo come attrice fallita. No. Maitland ha lasciato Hollywood perché arcistufa del cliché in cui quel mondo l’aveva racchiusa. Il cliché della figliola innocente dai verdi occhioni romantici.
“Mi sento fiera, potente: niente è off limits per me”
Non ha avuto ragione lei, a vederla oggi che, a erompere corpo e occhioni nel porno, lavora tanto, con sommo gusto e soddisfazione? “Mi sento fiera, potente: niente è off limits per me”, dice Maitland al “Daily Star”, e come contestarle che mai aveva raggiunto un pubblico così vasto (ammiratore e non). Mai aveva vinto tanti premi. E parliamoci seriamente: col porno ci ha guadagnato tanti quattrini. Dice Maitland: “Il porno è come Beautiful!”. Lei lo può ben dire, ché in questa soap ha recitato anni, e però coglie una importante verità: come Beautiful, e le soap opera in generale, “il porno è un settore cinematografico a sé, separato dal mainstream, e malgiudicato da esso, ma è, come Beautiful, molto visto e molto popolare”.
La rossa Maitland, da outsider del porno, manda del porno in crisi preconcetti e idee errate: il porno è pieno di persone, attori e attrici, disperati, sbandati, senza morale? E lei snocciola nomi e esempi concreti della maggioranza di lavoratori porno che sono integerrimi tipi casa e famiglia.
Se poco convincente, pone come esempio lei stessa. Lei è passata al porno restando la signora Baxter, sposata a Terry, con lui formante da 15 anni una coppia solida, monogama, tranne quel che di sesso Maitland fa con altri sui set. Per lavoro. Non è vero che il porno è approdo di persone minate da radici familiari “discutibili”: lei è figlia di mamma e papà etero, sposati da 50 anni, che tuttora vivono nella casa in California dove Maitland è cresciuta stabile e protetta. Il porno è un lavoro speciale per gente normale, e alla normalizzazione del porno punta con decisione Maitland.
Dal cinema mainstream al cinema porno
Lei è pioniera, apripista di uno switch – dal cinema mainstream al cinema porno – che secondo lei devono con disinvoltura fare altri ex colleghi attori veri e “seri”. Ex colleghi mica tanto tali, visto che al momento Maitland alterna le riprese di “Muse” (e qui non è gonzo, non è porno di sola azione, qui non è solo meccanica, qui si recita, sul serio: qui si fa cinema. Sessuale. Maitland, con Muse, ha vinto 3 Oscar. Lo strepitoso successo ha dilatato Muse in una porno-serie) a quelle non porno di “The Big Time”, sitcom “pulita”, di cui Maitland Ward è sia protagonista che produttrice.
Ha ragione Maitland, ha vinto Maitland: è il cinema mainstream che si è piegato a lei, ricercandola e richiamandola. Maitland lo ammette senza indugi: il salto nel porno le ha ricostruito una carriera. Basta con la storia che far porno degrada umanamente e professionalmente: il porno professionale a una donna – specie a una donna – concede guadagni e possibilità che altrove poco trova. Misoginia è “pensare che le donne si debbano vergognare per come vogliono usare i loro corpi e la loro sessualità, e come, se vogliono, scelgono di fare i soldi con essa”. Chiaro?
Il suo libro di memorie
Maitland Ward, non solo ha allungato di 2 anni il contratto in esclusiva che la lega al super porno brand “Vixen”, ma sta con Vixen sviluppando progetti di script e regia, oltre a quelli già in cantiere da pornostar. Ci aspettano, con Maitland, nuovi porno, trame carnose, anche in serial, “stile Netflix”, dice lei. Non solo: nel 2022 esce “My Escape from Hollywood: Why I left to Become a Porn Star”, il suo libro di memorie, presso la prestigiosa casa editrice Simon & Schuster, i cui diritti inglesi sono già venduti.
Più vittoriosa di così. È davvero così “sozzo”, il porno? No, ma stancante sì. Svela Maitland Ward: “Per riprendermi, dopo una giornata di sesso intenso sul set, devo dormire 10 ore!”. E lei si è stancata, nel girare il suo primo porno anale, con Manuel Ferrara, e si è stancata, a sc*pare col collega Pressure, su quel tavolo, al punto che, nell’ardore, mentre giravano, non si sono accorti del caffè rovesciato, macchiante, colante sui loro vestiti, e della sedia che nella foga hanno spaccato, e sedia che Maitland, affarista sopraffina, si pente di non aver messo all’asta su eBay.
Barbara Costa per Dagospia
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