Mala tempora currunt sed peiora parantur
Verso quale società ci stiamo dirigendo se oggi, annus Domini 2024 siamo costretti ad assistere attoniti a cittadini inglesi di religione ebraica felici perchè il Sindaco di Londra Khan ha riservato loro degli autobus che potranno assicurarne in sicurezza gli spostamenti?
A quale livello è giunto l’antisemitismo violento che costringe cittadini ebrei a mutare le proprie abitudini fino alla gioiosa autoghettizzazione per motivi di sicurezza e tutela dell’incolumità?
A quale vette di insulsa viltà morale è pervenuta la nostra società se asseconda tale assurdità che tanto assurda non pare visti i tempi che corrono?
Sembra un mondo al contrario, una fotografia mossa degli anni 30 del secolo scorso, con la differenza che, adesso, il condizionamento mentale imposto con la violenza dagli estremisti opera a priori, spinge all’autoesclusione per stanchezza, distrugge dall’interno la voglia di combattere per qualcosa che è semplice e banale e che sta diventando invece una chimerica utopia: viaggiare in sicurezza.
Il sindaco londinese riferisce che molti ebrei gli hanno confessato che «Le famiglie [ebree], quando cambiavano autobus da Stamford Hill a Golders Green a Finsbury Park, erano spaventate dagli abusi subiti» e da qui la richiesta di viaggiare separati
Una forma di apartheid autoinvocata. La vita che muore nella morte della libertà!
Si possono biasimare gli ebrei londinesi che vogliono viaggiare in pace e sicurezza? No e il paradosso è proprio questo.
Perchè la decisione del sindaco di Londra offre lo spaccato di un mondo che sta rapidamente cambiando ed involvendo avvitandosi in spire antiche che conducono alla paralisi della ragione e alla morte dello spirito
La vittima anticipa il carnefice, esce dal gioco, sacrifica la libertà per la sicurezza. Segno evidente della crisi profonda in cui versa la nostra democrazia occidentale, che proprio sulla libertà si era fondata e che, incapace di offrire sicurezza, si appresta ad essere surclassata da nuove forti identità che della libertà non sanno proprio che farsene.
Le istituzioni occidentali non possono altro che assecondare queste spinte uguali e contrarie
Da un lato la violenza aggressiva di chi non le proprie minacce vorrebbe imporre nuovi paradigmi e dall’altra la vittima che si fa prona per salvare il salvabile. La dinamica del servo-padrone di hegeliana memoria risplende in tutta la sua fulgida dinamica paradossale lasciando inerte chi invece, sulle macerie del 900, avrebbe dovuto costruire una nuova società fondata su una “identità democratica” che facendo i conti con la propria storia, dimostrasse che “mai più” era davvero “mai più”.
In questo la società occidentale ha fallito clamorosamente
Non c’è via di ritorno Quel che resta da decidere sono i tempi in cui questo fallimento si rivelerà patente agli occhi degli stolti che ancora non vedono quanto sia ormai troppo tardi. Quanto ormai a forza di giocare con il fuoco, ci si sia scottati. Quanto si sia varcata la triste soglia del non ritorno!
Ci sono singoli che possono integrarsi, ma certe culture no
Oggi no. Tramonta l’idea progressista del multiculturalismo frizzante. E al contrario, si staglia all’orizzonte (invero forse ci siamo già immersi) uno scontro di civiltà che non fa prigiionieri. Che non lascia spazio a compromessi. Che invita ciascuno di noi a una precisa scelta di campo. O di qua o di là. O con la cultura della vita, o con quella della morte.
E‘ chiara la visione in chi, con occhio disincantato, osserva la realtà attuale e di cui le scelte londinesi sono una cartina di tornasole perfetta
Una realtà ampiamente preannunciata da Oriana Fallaci più di vent’anni fa, ma volutamente sottovalutata perché non in linea.
Oggi farebbe bene rileggere La “Rabbia e l’Orgoglio”
Libro profetico al pari di Orwell e Huxley. E come questi, frainteso e emarginato.
L’Occidente sta abdicando al proprio ruolo, vacilla con gambe malferme su una identità vista come un nemico da autoabbattere.
Un’identità che viene fieramente negata dall’imperante cultura mainstream, censurata in un falso senso di colpa che assurge a parametro di interpretazione della storia e a strumento per rimodellare il futuro
E quindi, il cambiamento della cornice di riferimento occidentale, la caduta degli déi, ci rende permeabili a una forma di invasione senza armi (ma all’occorrenza ci sono pure quelle), per contaminazione.
L’Europa si fa vuoto, e il vuoto viene riempito da altri
Non c’è spazio per nessuna resistenza non dico militare, ma nemmeno culturale, a fronte di questa colonizzazione mentale di cui l’Occidente è vittima anestetizzata. Una forma di sindrome di Stoccolma si dipana nelle mente delle masse informi annichilite dal buonismo progressista; e i pochi che riescono a scorgere il disegno che si cela dietro fatti apparentemente scollegati, a individuare una direzione, a ammonire sul futuro, vengono tacciati di fascisti e messi a tacere.
L’Europa muore nel silenzio dei più
I valori che ne hanno costruito l’essenza e l’esistenza sono prostituiti in vista di nuove sorti magnifiche e progressive. L’Europa si trasforma in Eurabia per dirla con le parole di Bat Ye’Or intellettuale di riferimento di Oriana Fallaci. Gente visionaria e perciò da mettere a tacere.
Gente coraggiosa e perciò da silenziare
Gente libera, e quindi pericolosa.
Ecco, oggi mancano i visionari. Oggi quello di cui avremmo bisogno e che non esiste è una classe intellettuale coraggiosa che si rifiuti di affogare nelle sabbie mobili del perbenismo suicida e che, al contrario, denunci la vergognosa deriva che l’Occidente sta prendendo.
Che ci rende morti prima ancora di essere uccisi
Quello di cui avremmo bisogno è di qualcuno che si alzi e dica NO! Io non voglio un autobus per me. Io voglio viaggiare con gli altri. Perché l’essenza della libertà è non farsi condizionare, non subire il ricatto morale e materiale degli antisemiti, degli islamisti, dei violenti e dei loro corifei buonisti.
A tutto questo dico no!
E questo manca. E certo, non è colpa degli ebrei.
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