30 anni dopo Mani Pulite – Il 17 febbraio del 1992, a Milano. I Carabinieri inviati dal P.M. Antonio di Pietro arrestarono in flagranza Mario Chiesa, per concussione all’imprenditore Luca Magni. Sette milioni di Lire per aggiudicarsi un appalto.
Mario Chiesa interrogato in carcere consentì di lumeggiare un vasto giro di corruzione e concussione detto “Tangentopoli”. L’indagine prese il nome di “Mani Pulite” e contribuì non poco alla fine della prima Repubblica. Mani Pulite ebbe una scia di polemiche e di interrogativi per i suicidi indotti dal carcere preventivo utilizzato ai fini investigativi, Strumento spregiudicato al limite della legalità usato per piegare la resistenza degli indagati a testimoniare contro se stessi o altri.
Ma vediamo chi erano e chi sono oggi i maggiori protagonisti di Mani Pulite.
Mario Chiesa ingegnere dopo gli inizi nel PSI a Quarto Oggiaro, nel 1970 diventa capogruppo del PSI in Provincia a Milano. Nel 1972 la società per cui lavorava lo propone per un incarico all’estero. Grazie al PSI, invece, diventa direttore tecnico all’ospedale Sacco di Milano. Nel 1980 è assessore al comune di Milano. Nel 1986 ottiene la presidenza del Pio Albergo Trivulzio. Con l’obiettivo di diventare sindaco di Milano, nel 1989 si lega alla famiglia Craxi. Nel 1990 ottiene la riconferma alla presidenza del Pio Albergo Trivulzio.
Scontata la pena, Mario Chiesa si riavvicina alla politica attraverso la Compagnia delle Opere e Comunione e Liberazione. Il 31 marzo 2009 Mario Chiesa venne ancora arrestato e condannato per tangenti nella gestione dei rifiuti in Lombardia. Chiesa è detto anche “L’uomo del 10%” per la sua presunta capacità di far lievitare i costi delle gare di appalto.
Antonio di Pietro
Antonio di Pietro, il volto di Mani Pulite, esce dalla magistratura nel 1994 a causa della denuncia subita da Giancarlo Gorrini. Successivamente diventa Senatore per il PCI, fonda un suo partito e ricopre anche la carica di ministro. Superati senza danni i propri guai giudiziari è tornato a indossare la toga di avvocato.
Anche Gherardo Colombo, ha dismesso la toga nel 2007. Dopo si è dedicato a diffondere la cultura della legalità nelle scuole. Ha fondato una sua ONG. E’ stato presidente della Garzanti Libri ed ha fatto parte del CDA Rai.
Pier Camillo Davigo, è stato in corte di Appello, poi alla guida dell’ANM quindi in Cassazione. Nonostante la battaglia ingaggiata per mantenere lo scranno al Csm, l’anno scorso è stato posto in pensione. E stato editorialista del Fatto Quotidiano e ospite fisso in trasmissioni televisive. Al momento è imputato a Brescia per rivelazione del segreto d’Ufficio.
Gianstefano Frigerio, segretario della DC Lombarda poi passato in forza Italia e Primo Greganti, che era il ‘compagno G’, in forza al Pci-Pds sono stati ancora arrestati insieme nel 2015 durante le indagini sugli appalti dell’Expo’ . Paolo Cirino Pomicino è sempre rimasto in politica, ha lasciato la DC ed ora si è avvicinato al PD.
Carlo Sama, condannato nel processo Enimont, cognato di Raul Gardini. Ora è imprenditore agricolo in Sud America. Dal 2016 è console onorario del Paraguay a Monaco. Infine Sergio Cusani dopo una pena di cinque anni e dieci mesi, di cui quattro in carcere. Ora opera nel recupero di detenuti e ha collaborato con la CGIL. Ha chiuso la sua esperienza di manager.
Chiudiamo con le parole di Antonio Di Pietro al Mattino “Rimane l’amarezza nel constatare che nonostante tutto quel che ha scoperchiato Mani Pulite, il sistema della corruzione e del malaffare nella pubblica amministrazione è rimasto ma non come prima: si è ingegnerizzato per garantirsi maggiore impunità”.
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