Manifestazioni Pro-Palestina fermate dalle Forze dell’Ordine
Due cortei in due diverse città toscane. Entrambe per manifestare a favore della Palestina. Giovani e giovanissimi hanno sfilato per le vie storiche di Pisa e Firenze. Nel capoluogo toscano gli studenti tentano di forzare il cordone delle Forze dell’Ordine a Borgo Ognissanti.
Il loro obiettivo era quello di arrivare fino al consolato degli Stati Uniti per continuare a protestare sul lungarno
Il proposito viene loro impedito proprio per evitare di raggiungere il luogo prefissato, col rischio di disordini ben più gravi.
Nello stesso momento, a Pisa, il corteo studentesco pro-Palestina viene sbarrato in Piazza Cavalleggeri per evitare l’attraversamento dell’area della sinagoga e del cimitero ebraico.
Due cortei che sono fermati a colpi di “manganellate”
Una situazione che ha creato forte imbarazzo nelle stanze politiche di Roma e ha fatto rialzare la testa ai partiti di opposizione, che hanno bollato come “inaccettabile e non degna di un Paese civile” la reazione della Forze dell’Ordine.
Purtroppo per la cronaca non sono mancati i feriti. Undici i giovani contestatori che si sono presentati al pronto soccorso, la più grave una studentessa che avrebbe riportato ferite alla testa con necessità di punti di sutura. Due invece sono stati i feriti fra le forze di polizia. Immagini che girano nei social e che rimbalzano da uno smartphone all’altro.
Scene forti, assai simili alle storiche contestazioni giovanili di fine anni ‘60 continuate poi durante tutti gli anni ‘70. Manganelli, lacrimogeni e sfollagente. Ma era proprio necessario arrivare a tanto?
Il conflitto mai risolto Israele/Palestina fa da sfondo a una vicenda che ha forti ripercussioni politiche interne. Ritornano in mente gli scontri fra sostenitori dell’Olp guidati dall’allora Pci e il mondo moderato che aveva preferenze filo-israeliane.
Lo schema cinquant’anni dopo si ripete. Il gioco dei corsi e ricorsi storici
Gli studenti ancora oggi contestano la presenza dello Stato di Israele allo scopo di concedere più territori ai Palestinesi. I leader nazionali non stanno però a guardare. La sinistra di Fratoianni e il leader dei Cobas agitano la folla e cavalcano l’onda: “colpa del Governo Meloni”. Tuttavia è stato proprio l’attuale esecutivo a effettuare indagini sulle cause che hanno portato i caschetti blu ad interventi in maniera così decisa ed a invitare alla riflessione e alla verifica su ciò che è accaduto a Firenze e a Pisa.
Ma la schermaglia politica è solo all’inizio
La Schlein ha già annunziato che sarà presto presentata una interrogazione parlamentare che vedrà coinvolto il ministro Piantedosi. La segretaria Dem ha parlato senza mezzi termini di repressione e della necessità di difendere sempre e comunque la libertà di manifestare. Le fa eco il segretario 5Stelle Giuseppe Conte, che parla di atti indegni “che mai dovrebbero accadere in un Paese libero e democratico”.
Si fa portavoce del Governo Anna Maria Bernini, ministro dell’Università, affermando che il diritto alla libertà di manifestare è costituzionalmente previsto, purché non vi siano inaccettabili eccessi. Ed è questo il punto.
Proprio gli inaccettabili eccessi
La libertà di manifestare deve essere sempre e comunque garantita, qualsiasi sia l’opinione espressa. Fa parte di quei pilastri su cui si regge la partecipazione democratica, che non devono essere messi in discussione. Tuttavia l’eccesso nel manifestare le proprie opinioni può portare al caos e al disordine, nonché a situazioni di evidente pericolo a cose e persone. Questo deve essere evitato. Si può e si deve manifestare, anche in maniera scomposta e rumorosa ma sempre e comunque in maniera pacifica.
La seria situazione del conflitto israelo-palestinese, che doveva essere la reale protagonista dei cortei di protesta, è passata del tutto in secondo piano. E’ mancato completamente il senso dell’equilibrio e della moderazione. Proprio come sta mancando totalmente equilibrio e moderazione nel martoriato territorio mediorientale.
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