“I giovani devono nasce dalle osservazioni di un giornalista interessato alle tecniche di manipolazione e di controllo della vita altrui, da cosa siano motivate e dai danni che esse possono provocare. Osservazioni, appunto, che possono diventare spunti di riflessione per ragazzi e genitori” scrive Marco Petrelli nel suo
I giovani devono. I pericoli della manipolazione spiegati alla Generazione Z, dalla religione al patriarcato (Independently published, 12/2023).
Saggista, autore di titoli di storia per Mursia ed Eclettica Edizioni, Marco è un giornalista e fotoreporter che, fra gli altri, scrive anche per il nostro giornale AdHocNews.
Il suo nuovo lavoro ci ha interessati sin dal titolo, senza contare quei “religione” e “patriarcato”… E gli abbiamo chiesto “spiegazioni”…
Marco: giovani, religione, patriarcato… ci spieghi bene?
Una cosa alla volta. I giovani sono il principale bacino di lettori cui si rivolge questo studio, anche perché ne sono i protagonisti. La religione ed il patriarcato rientrano fra gli argomenti trattati.
Ma, allora, I giovani devono cosa?
I giovani devono è una frase fatta inserita alla fine di discussioni (talvolta tediose quanto inutili) su tematiche di grande interesse collettivo: lavoro, progresso sociale e scientifico, ambiente. “Che consiglio dare allora ai giovani?” chiede di solito il moderatore; e il o i relatori rispondono: “i giovani devono” o “ai giovani spetta il compito”, etc. Quasi a voler scaricare sulle loro spalle responsabilità e impegni che, chi li ha preceduti, non è stato in grado di adempiere.
Una frase fatta è manipolatoria?
Certamente e già dalla sua elaborazione. Prima di tutto che vuol dire “i giovani”? Qual è il range di età da rispettare per rientrare nella categoria. Poi, perché “i giovani” invece di “alcuni giovani”?
Una generalizzazione forzata?
Fra i sinonimi di “generalizzare” ci sono “accumunare, universalizzare, massificare”. Ecco, la massificazione è il primo passo nell’opera di spersonificazione degli individui. Quegli appelli “i giovani devono” sembra non tengano conto di quelle diversità emozionali, valoriali, intellettive che rendono ciascuno di noi unico. Naturalmente fa più comodo considerare tutti uguali ed ugualmente ignavi, piuttosto che ascoltare ciò che quei “giovani” hanno da dire.
Una soluzione potrebbe allora essere non mandare più i propri figli alle conferenze…
Al contrario, stimolarli semmai al confronto sia con i compagni di scuola sia con la famiglia prima e dopo la conferenza. E’ esercitando il ragionamento, ascoltando le antitesi e documentandosi che si rafforza una mente libera.
Cosa c’entrano la religione ed il patriarcato? Anch’essi generalizzano?
Associazioni, partiti, movimenti, la religione stessa hanno avuto (e hanno) un ruolo importante nello sviluppo sociale e non solo sociale. Restano, tuttavia, delle comunità nelle quali l’obiettivo è superiore al pensiero dei singoli membri che, talvolta, si trovano a dover accettare la linea del leader-guida privi della possibilità di metterlo in discussione. Questo perché primo, i capi non amano essere discussi; secondo, se dessero retta a tutte le voci fuori dal coro il gruppo finirebbe per fare le ragnatele; terzo, perché anche le realtà in apparenza più aperte, “democratiche”, informali hanno una loro precisa gerarchia e delle loro regole che tutti devono seguire e a cui obbedire.
Vorresti dire che allora anche i pacifisti…
Pacifisti, femministe, movimenti per i diritti civili, cammini di rinnovamento spirituale. Sbagliata non è l’idea in sé ma la modalità di perseguirla. La cronaca, d’altronde, ci ha offerto esempi non proprio edificanti: le realtà del femminismo che considerano tutti gli uomini uguali e ugualmente nemici della donna quando le vere femministe, che non sbraitano e forse per questo fanno meno notizia, parlano di complementarietà fra uomo e donna. Ci sono poi alcuni movimenti ecologisti e di cancel culture che non accettano critiche al loro operato: agiscono convinti di essere nel giusto, di fronte ad un mondo che forse vedono come ignorante o complice. Atteggiamento preoccupante, che rasenta il settarismo.
Ambienti frequentati da giovani ma pure da adulti!
Il libro si rivolge ai giovani, vero, ma anche ai loro genitori o ai giovani adulti. Nella trappola della manipolazione, specie quando si vivono momenti difficili e in cui si è più fragili, possono cadere tutti dai… 6 ai 100 anni. Chiaro che i “giovani”, intellettualmente e fisicamente più dinamici, sono la preda ambita di chi vorrebbe sfruttarne la passione esplosiva e la totale dedizione alla propria causa. Perché il giovane fa questo: quando sente di essere parte o di voler difendere qualcosa ci si butta, anima e corpo.
Sei passato dal giornalismo alla psicologia?
Assolutamente no. E ci tengo a sottolinearlo. Né futuro santone, né aspirante leader. E nemmeno psicologo, perché non amo attribuirmi titoli che non sono miei. E perché lo scopo de “I giovani devono” è fornire spunti di riflessione, ripercorrendo fatti storici (la Storia, mia grande passione!) e condividendo esperienze personali che, strappando magari un sorriso, possano aiutare a farsi un’idea più chiara di chi ha la presunzione di sapere sempre tutto. Sui giovani soprattutto.
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Il libro
Titolo: I giovani devono
Sottotitolo: I pericoli della manipolazione spiegati alla Generazione Z, dalla religione al patriarcato
Autore: Marco Petrelli
Prefazione: Francesco Galvano
Editore: Independently published (dicembre 2023)
pp. 53
Prezzo: 10,70 euro (acquistabile su Amazon)
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L’Autore
Nato a Terni nel 1983, laureato in Storia all’Università di Firenze ed in Storia e Società all’Università degli Studi di Roma Tre, è giornalista, fotografo e saggista.
Ha all’attivo diverse pubblicazioni di carattere storico per MURSIA, BBC History, Ligne de Front e Aero Journal. Cura la collana “AEROVIE” per Eclettica Edizioni.
Come fotoreporter ha realizzato reportage in Libano ed in Kosovo seguendo le missioni ONU e NATO e nelle aree colpite dal sisma 2016.
“I giovani devono” è il suo primo libro “auto-pubblicato”, nonché un’esortazione all’analisi ed al confronto per adolescenti, adulti e giovani adulti.