Per la Abramović il nuovo progetto, un’opera-performance intitolata 7 deaths of Maria Callas, rappresenta il suo ritorno a Firenze, dopo la grande retrospettiva dedicatele dalla Fondazione Palazzo Strozzi, The Cleaner, e tenutasi da settembre 2018 a gennaio 2019.
Lo spettacolo è ispirato alle 7 eroine della lirica che muoiono per amore, tutte interpretate da Maria Callas nel corso della sua carriera: Carmen, Tosca, Lucia, Butterfly, Norma, Desdemona e Violetta.
A dirigere l’opera, il cui nuovo allestimento è una coproduzione del Bayerische Staatsoper, del Deutsche Oper Berlin, della Greek National Opera e dell’Opéra National de Paris, sarà Marina Abramović, su musiche di Marko Nikodijević e con Yoel Gamzou a dirigere l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino.
Gli attori sulla scena saranno, oltre alla stessa performer, Nadezhda Karayazina, Whitney Morrison, Leah Hawkins, Adela Zaharia, Selene Zanetti, Gabriella Reyes de Ramirez e Hera Hyesang Park, mentre a realizzare i costumi sarà il couturier di fama internazionale Riccardo Tisci, attuale direttore creativo della maison Burberry.
L’idea di Seven Deaths infatti inizia a maturare in Marina Abramović alla fine degli anni Settanta, per poi trovare, almeno in apparenza, una prospettiva di realizzazione alla fine del 2014: un grande progetto performativo e cinematografico ispirato a Maria Callas e a sette eroine dell’opera lirica accomunate dall’essere morte tragicamente e per amore.
Tosca, Madama Butterfly e Carmen sono alcune delle donne incarnate dalla Callas e di cui la performer serba avrebbe reinterpretato le morti, dirette da sette registi diversi, tra cui Roman Polanski, Alejandro González Iñárritu, Marco Brambilla, Giada Colagrande e Yorgos Lanthimos, dando così vita a un lungometraggio composto da sette differenti episodi.
“Rappresenterò sette morti operistiche. Morirò sette volte”, commentava Marina Abramović. “Lavorerò con un regista diverso, uno per ogni scena. Ogni creatore marcherà la scena e la mia performance, con la sua visione unica”.
Ma a partire da defezioni illustri come quelle di Polanski e Iñarritu fino a problemi di budget, il progetto tanto perseguito dalla performer serba, nel 2015, non riuscì a trovare realizzazione, per poi trasformarsi nell’attuale progetto che debutterà, prima di arrivare in Italia, nell’aprile 2020 al Bayerische Staatsoper di Monaco.
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