Ci siamo già occupati della fabbrica dei marroni di Marradi presagendo che la delocalizzazione non avrebbe portato bene ai dipendenti. Infatti Italcanditi, proprietaria della Ortofrutticola di Marradi, annunciava la chiusura dello stabilimento di Marradi ed il trasferimento della produzione nel bergamasco.
Nell’articolo amaramente riferivamo che la proprietà avrebbe manovrato per incrementare i guadagni anche a scapito del territorio (QUI per l’articolo). La politica e il sindacato locali, inermi e incapaci, si sarebbero messi a squadra succubi della finanza. Grati del poco che fosse caduto dal tavolo della proprietà.
Il sindaco di Marradi che aveva maldestramente e ingenuamente plaudito all’ingresso di Italcanditi ora affermava che non avrebbe mai permesso la delocalizzazione della produzione dei marrons glaces. Sindacati e Amministrazioni lo seguivano, vista l’importanza di quella produzione per lo stabilimento e per il territorio.
Le trattative sindacali
Sindacati ed Istituzioni da dicembre scorso hanno trattato a livello regionale con il precedente proprietario, il Gruppo De Feo ed Italcanditi. Non è stato aperto un tavolo nazionale come proposto dal Vice Ministro Teresa Bellanova. Ad un certo punto, sui giornali da Regione e Sindacati, è stato ventilato anche un interessamento del Gruppo Prada.
Al termine delle trattative Sindacati e Amministrazioni sono soddisfatti. Ma l’obbiettivo dichiarato non è stato raggiunto. Lo stabilimento è stato riaperto. I posti di lavoro per ora sono tutti salvi. La produzione più importante, i marrons glaces, è stata però delocalizzata. Italcanditi non è arretrata di un millimetro ed ha preso la polpa. Il Gruppo De Feo ha preso gli avanzi ed ha riacquisito lo stabilimento senza la produzione più importante.
In cambio della delocalizzazione c’è stata la promessa; badate la promessa, di un nuovo piano industriale. Lavorazione sul posto dei marroni del Mugello d.o.p. che prima venivano conferiti solo in minima parte allo stabilimento. Aumento e diversificazione della produzione con inserimento di altri prodotti in linea, più redditizi dei marrons glaces.
Ma ora facciamoci qualche domanda
I marroni locali sono troppo cari e non di conveniente lavorazione a Marradi. Per questo De Feo li importava da fuori area, e ora vengono conferiti alla Italcanditi. Domanda. Quali marroni Gaetano De Feo lavorerà a Marradi se i locali sono troppo cari e i suoi vanno all’Italcanditi?
I produttori locali non conferivano i marroni a Marradi, perché dovrebbero farlo ora? Sono possibili altre lucrose produzioni a Marradi. Perché Italcanditi ha restituito al mittente una parte dello stabilimento, invece di implementare nuove produzioni? Soprattutto chi sosterrà l’investimento per riqualificare l’azienda verso le nuove produzioni?
La situazione a Marradi non è ottimale, e la soluzione definitiva è lontana. Lo dimostra il tavolo regionale ancora aperto. Serve a monitorare l’andamento dell’impresa e a ricercare altre opportunità economiche per lo stabilimento.
Il pensiero dell’opposizione
Chiarita la posizione degli amministratori locali abbiamo sentito le opinioni dell’opposizione. Rodolfo Ridolfi del Centro Destra ha espresso chiaramente molti dubbi sulla trattativa. Afferma: “La soddisfazione degli amministratori e dei sindacati è solo una facciata di propaganda. In realtà l’accordo è solo una truffa per il territorio. La proprietà è inaffidabile e il nuovo piano industriale non porterà nulla di buono”.
Dalla Regione Francesco Torselli di FdI è più possibilista. Non considera l’accordo raggiunto una vittoria e vede “Il bicchiere solo mezzo pieno”. L’occupazione è garantita ma la produzione più importante viene delocalizzata e questo pone dei dubbi. Il consigliere auspica il rispetto degli accordi da parte del Gruppo De Feo e un buon epilogo della vicenda.
Concludendo. Alle maestranze di Marradi diciamo che siamo al loro fianco nelle lotte di ogni giorno in difesa del lavoro e dell’equità sociale e daremo loro voce per il buon esito della questione.
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