Shakespeare nel 1599 scrisse “molto rumore per nulla”. Tomasi di Lampedusa nel 1958, col suo Gattopardo, disse “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Ne è nato addirittura il termine “gattopardsimo”.
Questa è la desolante e attuale Italia politica. Quella di chi fa politica perché non è riuscito a fare altro. Che ha portato un signor nessuno con una sbagliata concezione dei congiuntivi e una totale assenza dell’inglese, a essere vicepresidente del consiglio.
Ieri sera, tra gli applausi entusiastici di tutto (quasi) il parlamento, è stato pregato, costretto, un vecchio di 81 anni. Uno che avrebbe voluto starsene a casa sua è stato rieletto Presidente della Repubblica italiana. E ha accettato unicamente per amor di patria. Almeno lui.
Tutti felici. Tutti contenti. Lingue in bocca bipartisan. Polluzioni notturne da destra a sinistra. Tutti tranne gli italiani. Che si sentono presi per il culo da una classe politica inesistente.
Una classe politica talmente scarsa che ha dovuto chiamare Draghi come premier e che non è stata buona a trovare una sintesi su un Capo di Stato nuovo.
Hanno perso tutti, specialmente i cittadini
La destra è riuscita solo a bruciare candidati e a spaccarsi al proprio interno. La Lega ha fatto una pessima figura con Salvini teleguidato dal suocero (Verdini). Forza Italia è ormai un ricordo. FdI sono destinati all’opposizione permanente.
La sinistra è risultata fiacca, con un Letta che non si azzarda nemmeno a legarsi le scarpe senza che le correnti interne del suo partito ci mettano la bocca.
Conte è un valoroso condottiero di una nave ancora grande, ma totalmente vuota. Ma lui scruta l’orizzonte. Il nulla cosmico, per essere precisi.
Renzi campa sulle disgrazie altrui.
E quindi, con ben 759 voti ci mangiamo questa bella minestra riscaldata. Al microonde. Applausi, oceano di mani. Che domani, pur essendo nello stesso governo Draghi, si pugnaleranno. Governo ormai totalmente delegittimato e fuori controllo. E la Meloni si troverà meno sola.
Desolazione, squallore e infinita tristezza. Sono i sentimenti che provo nei confronti di tutti i politici attuali. Non più odio, non rabbia. Costoro mi sono passati talmente di grazia che i sentimenti forti mi costano troppo dispendio di energie. Resto fermo e convinto sulle mie ideologie politiche. Ma se domani dovessimo andare a votare farei come mi disse un vecchio. “Nella scheda elettorale ci metto una bella fetta si mortadella e ci scrivo: mangiatevi pure questa!”
“L’Italia guarda al futuro con fiducia.” Così si entusiasma il governatore toscano Giani. In effetti futuro e fiducia, dopo questa elezione, sono proprio i primi due concetti che mi sono balzati in mente.
Nella vita ci possono essere dei fallimenti. La cosa sorprendente è che si decida di festeggiarli. E li festeggiano tutti, questi politici. Nessuno che abbia il garbo, se non il buon senso, di starsene zitto.
Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos’è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Non cambierà (Franco Battiato)
P.S.: Due giorni fa, l’amico Paolo Amato aveva preconizzato così: Quirinale amaro: si profila un Mattarella Bis
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