Francesco Matteini è un giornalista dell’area fiorentina. Sicuramente un professionista anche se io, ammetto per mie mancanze, non conosco a livello professionale. Tantomeno personale.
Tale Matteini, a causa di un suo articolo che definire poco lusinghiero, sarebbe una balla vera e propria, è stato messo in una lista di indesiderati da parte della dirigenza della ACF Fiorentina. Cosa antipatica? Sì, certo. Prassi? abbastanza, come vedremo in seguito.
Per completezza di informazione, vi invito a ricercare l’articolo a firma di Matteini all’indomani della sconfitta per 0-3 patita dalla Fiorentina in Turchia contro l’Istanbul Başakşehir. Era il 15 settembre 2022. Da lì in poi fu guerra aperta e la Fiorentina revocò l’accredito stampa al Matteini.
Ma questo non ha minimamente scoraggiato il nostro valente cronista che fa dell’arguzia un punto di forza. Per la partita ufficiale inaugurale del Viola Park, essendo privato dell’accredito stampa, riesce a trovare un escamotage, per dirla con parole per bene. Una gabola per usare un termine a noi più caro. Si compra un biglietto e va a vedere la partita. Peccato per lui che viene notato da Barone (o fa in modo di farsi notare) e da lì, conoscendo il carattere poco accomodante del DG viola, ne nasce un teatrino squallido. Che porta all’allontamento di Matteini. Con restituzione del corrispettivo in denaro.
Ma perché ci è andato?
Da quello che mi risulta Matteini è un giornalista che sì, segue il calcio, ma non in particolare il campionato “Primavera”. Sa di essere un indesiderato. Che non lo vogliono vedere. Che gli hanno negato l’accredito stampa. E lui che fa? Compra (o si fa comprare) un biglietto e tutto contento va da Barone. A me suona leggermente di provocazione. E lì, con il carattere mite di Barone, è stato abbastanza facile innescare una sceneggiata alla Mario Merola su cui scrivere un articolo succulento.
Che poi, ad oggi, l’unico verbo da cui di-pendiamo, è proprio quello di Matteini. Conosciamo la sua versione. E io sono abituato a basare le mie conclusioni su almeno due versioni.
I precedenti istituzionali
Poi, a quelli che invocano il diritto alla cronaca e la libertà di stampa (giornalisti e lettori), non ne sento nessuno che si sia lamentato di Casalino al tempo del secondo governo Conte. Il Rocco del grande fratello, non si sa come (oppure sì) diventò addetto stampa dell’amico Premier. Alle conferenze stampa non solo filtrava i giornalisti, ma pure le domande. Non ci dovevano essere giornalisti scomodi, nemici né tantomeno domande che potessero mettere in imbarazzo Conte. E da quello che mi ricordo, sono proprio i giornalisti “contro” a testare la bontà di un politico. Stessa cosa succede nelle interviste alla Schlein dove, con libertà di domanda, si corre il rischio di scoprire il vuoto cosmico.
Ritornando a Matteini – Barone, la questione è veramente di una tristezza infinita. Due persone adulte che hanno entrambe perso una sana occasione per stare tranquille. Mi viene in mente quando da bambini: Cecco, toccami che mamma non vede… Mamma: Cecco mi tocca!
Sto dalla parte di Matteini? No per certo. Da quella di Barone? Nemmeno. Impariamo a comportarci da uomini.
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