Più passa il tempo e più sono scientificamente innamorato di Matteo Bassetti. Il Professore di malattie infettive dell’Università di Genova si dimostra giorno dopo giorno una mente aperta. E libera. E di questi tempi direi che non è poco.
Ieri sul suo profilo FaceBook non ha fatto altro che dare una valenza clinica e scientifica a quello che molti italiani di buon senso pensano da tempo. Le scuole devono essere aperte.
“Sono sempre stato dell’idea che le scuole non andavano chiuse, basta vedere il resto d’Europa dove nessuno le ha chiuse. O pensiamo di essere i più furbi, o dovremmo guardare a chi fa meglio di noi. Sarebbe bene imparare da Germania, Svizzera, Austria, Francia, ecc.
Io credo si debba tornare a scuola con tutte le misure di sicurezza. Nelle scuole secondarie i ragazzi sanno che indossare la mascherina è fondamentale. Servirebbe invece ragionare sui trasporti pubblici locali, magari ipotizzando che nella fascia oraria 6-8.30, in cui si spostano i liceali, gli anziani dovrebbero rimanere a casa o usare altri mezzi di trasporto.
Ma questo fa parte dell’organizzazione della società in tempo di emergenza. Cosa fatta in altri Paesi, ma da noi no.”
Parole che suonano come macigni. Specialmente perché sono di una linearità e di una semplicità disarmante. Ma come si fa soltanto a pensare di poter obbligare ragazzi dagli 11 ai 18 anni a rimanere ore davanti al monitor di un computer? Mandiamoli a scuola. Facciamoli vivere.
Nessuno si preoccupa delle ripercussioni psicologiche che potrebbero derivarne? Come al solito in Italia si pensa di essere dei fenomeni, quando troppo spesso basterebbe prendere spunto dalle altre nazioni.
Vi esorto a seguire con attenzione le parole del Prof. Bassetti. Mente scientifica di alto livello e, fortunatamente, non condizionata ma libera.
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