matteo renzi matteo renzi
è alla fine.
Ma Renzi gioca una partita sapendo di avere dalla propria parte un alleato nettamente maggioritario in Parlamento: il fronte trasversale per non andare alle urne.
Una coalizione eterogenea, composta da tanti diversi attori che potrebbero anche apparire incompatibili tra di loro. Ma lo scopo in politica può essere un collante più forte degli ideali. E nelle dinamiche parlamentari lo scopo è l’unico ideale che abbia un peso per la maggior parte degli attori coinvolti.
Poi è pure intervenuto il taglio di circa un terzo dei parlamentari che ha ulteriormente ingrossato le fila di questa coalizione. In troppi sono preoccupati, se non di riuscire in un improbabile rielezione, di far durare la legislatura il più allungo possibile.
Chi fruisce di un sostanzioso appannaggio parlamentare non è certo ansioso metterlo a rischio. Soprattutto se non era abituato per meriti professionali ad un simile tenore di vita.
Matteo Renzi vuole essere determinante
Renzi vuole pesare di più, mettere all’angolo i cinque stelle. Non è uomo da restare ai margini. E questo è senz’altro vero. Ma sa bene che con le attuali percentuali diventerebbe pressoché inconsistente andando a votare.
Potrebbe esserci un interesse di Zingaretti, per selezionare una classe parlamentare di fidelizzati (le vecchie liste le fece Matteo Renzi) ma non a tutti i parlamentari conviene passare sotto il vaglio dell’attuale segreteria.
Non parliamo di poi dei Cinque Stelle che sono quelli che avrebbero meno interesse tutti a tornare al voto ed i cui parlamentari avrebbero maggiori difficoltà a reinventarsi.
Mai tanti dilettanti hanno avuto l’occasione di giocare nella massima serie; oggi il ritorno nel mondo reale per loro sarebbe drammatico.
Tutti i sondaggi evidenziano che se si andasse ad elezioni ci sarebbe una netta maggioranza per la coalizione di centro-destra. Centro destra stavolta a trazione sovranista. La colazione sarebbe guidata dalla Lega ed in seconda battuta da Fratelli d’Italia.
Questo potrebbe spingere anche la parte che guarda ad un’area di centro a preferire soluzioni eventuali. Magari un esecutivo di larghe intese.
Poi c’è sempre una serie di ambienti che non vorrebbe mai che fossero questi partiti, anche se maggioritaria nel paese, ad avere un ruolo determinante nell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Vero argine ad eventuali futuri governi sgraditi.
Quindi la partita di Renzi non è una disperata e romantica carica di cavalleria. Si tratta di un calcolo mirato a contare di più. Un operazione di Palazzo ben congegnata con il potente Fronte per il non voto a tutti i costi quale garanzia.
L’ex premier non è certo un cavaliere senza paura, ma un abile manovratore nei giochi di palazzo.
L’opinione che comunque non conta è sempre quella degli italiani. Maggioranza o Minoranza non conta ciò che vuole la gente nel paese. Da noi il popolo ha sempre un ruolo marginale nelle istituzioni.
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