Meloni ed il “clinamen” di Epicuro
La politica estera del Governo Meloni si sviluppa attraverso una linea apparentemente continuista rispetto ai precedenti esecutivi.
PPE
In realtà, pur essendo tracciabili in modo nitido le coordinate tradizionali (atlantismo, fondamentale europeismo e vocazione mediterranea), emergono nel tempo modalità, varianti e sottolineature nuove.
Non può sfuggire il “concerto” nei movimenti di alcuni dei principali esponenti di governo nella definizione della politica estera. Tajani cucitore dei rapporti europei in chiave PPE, baricentro insostituibile dei nuovi assetti continentali anche in vista del rinnovo del Parlamento di Strasburgo.
Giorgetti, ben introdotto in ambito stelle e strisce (anche al di là del cambio dei Presidenti), lavora anche ad una preziosa interlocuzione con la galassia tedesca, sia economica che politica, nel tentativo di “accorciare” le distanze tra la Lega e la CDU, la componente più grande del PPE europeo.
La nostra difesa
Crosetto, presente con forza sui vari quadranti, porta avanti un’azione di copertura in contesti importanti, come quelli balcanici, per consolidare quell’azione diplomatica, civile e militare che il nostro Paese svolge nell’area da tempo (ultimamente un po’ appannata). E questo sia per concertare un’azione comune nell’ambito dell’immigrazione via terra, ma anche in funzione dell’ipotizzato progetto energetico Balkan Stream.
La Meloni stessa ha aperto con forza almeno altri due “dossier” africani: il Piano Mattei per rendere centrale la nostra presenza nel nord del Mediterraneo; la crescente attenzione verso il Corno d’Africa, che secondo molti analisti, per la sua posizione strategica davanti al Mar Rosso, avrà importanza crescente. In un momento in cui gli USA dedicano sempre più attenzione al quadrante indo – pacifico, l’Italia comprende bene che deve crescere la sua autonomia di manovra nell’area mediterranea.
La nostra diplomazia
Il nostro movimentismo diplomatico, che parte dalla Tunisia ed arriva in Egitto, passando dalla Libia, è tanto necessario quanto foriero di sospetti da parte delle antiche potenze coloniali europee.
E parlando di Asia, passato un po’ inosservato, ma fondamentale, anche l’incontro con il primo ministro indiano Modi, visto che questo nuovo gigante della scena mondiale sembra fondamentale per gli equilibri internazionali.
Rilevante anche il recente summit con il premier britannico Sunak, che oltre ad aver prodotto un interessante memorandum, pone l’Italia in un interessante posizione di mediazione tra EU e GB.
Politica estera che si muove dunque lungo assi tradizionali, ma, come direbbe il filosofo Epicuro, segue il suo “clinamen”, deviazione degli atomi rispetto alla normale linea retta.
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