Meraviglie teologiche di un’icona della Natività

Meraviglie teologiche di un’icona della Natività

L’icona della Natività è suddivisa in tre scene orizzontali che si ordinano intorno al centro dell’immagine dove sono raffigurati Maria e Cristo neonato.

Superiore, si riferisce alla sfera del divino; al centro, che riguarda il mistero dell’incarnazione; inferiore, illustra il livello dell’umanità.

Il paesaggio che fa da sfondo nell’icona della Natività è montuoso e roccioso, a significare che Gesù è nato in un contesto ostile e problematico. Lo sfondo della scena è quasi tutto occupato da una grande montagna di forma piramidale, rappresentata nel classico stile a balze della prospettiva bizantina. La montagna, con tutte le sue valenze simboliche, unifica i tre livelli mettendoli in comunicazione tra loro.

Dalle tenebre alla luce

Nella parte superiore dell’icona è raffigurato il mondo celeste: la Luce divina che scende sul Bambino, gli angeli che danno l’annuncio ai pastori, che rappresentano l’ umanità che girovagava nelle tenebre e riceve l’annuncio dell’evento salvifico.

L’umanità alla ricerca del paradiso perduto
Nella parte centrale è rappresentato l’evento della storia della salvezza: Il Bambino è posto come in un sepolcro, avvolto in bende incrociate che rimandano alla sepoltura. Il tutto richiama la vittoria sulla morte e sugli inferi resa possibile dall’incarnazione .

La Madre in ginocchio rivolta verso di noi ci accoglie tutti come se ci invitasse a riconoscere in noi la nascita di Cristo. I pastori e i Magi che accorrono a vedere il grande portento che è stato loro annunziato, ai pastori dagli angeli, ai Magi dal segno naturale che è la stella.

I Magi in particolare sono il simbolo dell’umanità alla ricerca del Paradiso perduto, di età diverse, La tradizione iconografica attribuisce loro come caratteristica costante un aspetto giovanile, adulto e senile, riproducendo in una unica sintesi visiva le tre età dell’uomo, viene rappresentata anche la diversità delle razze – simbolo della ricerca di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.

Le due levatrici

Nella parte inferiore troviamo la nostra vita, con le sue fatiche e le sue pesantezze: le due levatrici che lavano il Bambino accogliendolo nella comunità umana (una è Eva, che finalmente accoglie nell’umanità il Figlio della Donna che sconfiggerà l’antico serpente). È la prefigurazione del battesimo, sacramento in cui il discendere nell’acqua ed il risalirne simboleggia la discesa agli Inferi e l’uscita da questi (Rm 6, 1-4)

In fondo sulla parte sinistra il dubbio di Giuseppe, tentato da un pastore- diavolo, Tirso (che è anche il nome del bastone di Dioniso e dei satiri) a non credere alle meraviglie operate da DIO.

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